I'ultima battaglia nella camera a gas di Franco Pantarelli
Ricorso dell'ultima ora alla Corte Suprema contro il «no» del penitenziario e del ministro Ricorso dell'ultima ora alla Corte Suprema contro il «no» del penitenziario e del ministro I/ultima battaglia nella camera a gas Usa, la tv chiede di filmare la morte di un condannato sistema crudele e insolito non intende prenderlo in cosiderazione. Così si conclude la vicenda di David Lawson, cominciata un giorno del 1980 quando si introdusse in una casa per rubare. Il proprietario, Wayne Shinn, rientrato prima del previsto, lo sorprese e lo affrontò. E Lawson risolse il problema con un colpo di pistola alla testa di Shinn. Arrestato quasi subito e condannato alla pena capitale, ha atteso per 14 anni nel braccio della morte della Central Prison di Raleigh. Questa mattina, fine dell'attesa. Ma sull'esecuzione ieri si stava combattendo un'altra battaglia, anch'essa fino all'ultimo momento, ed era quella ingaggiata da Phil Donahue, «stella» dei talk show televisivi, per riprendere con le telecamere la morte di Lawson e trasmetterla nel suo programma. Il titolo era già stato stabilito, «L'ultimo giorno di Lawson su questa terra», e la sceneggiatura era già pronta. Si doveva vedere una ricostruzione dell'assassinio di Wayne Shinn fatta da attori; varie interviste con lo stesso Lawson e i familiari della vittima; poi una carellata nella camera a gas vuota; la frenetica attività dell'avvocato per ottenere il rinvio dell'esecuzione; il dialogo finale fra Lawson e il cappellano della prigione; l'ingresso nella camera adiacente dei testimoni chiamati ad assistere alla morte del con¬ dannato attraverso il vetro. Poi, ovviamente, tutte le fasi del decesso: Lawson legato alla sedia, il gas che comincia ad entrare nella stanza, lui che si agita perché gli manca il respiro e infine il suo accasciarsi senza vita, dopo che il gas ha fatto il «suo dovere». Lo choc per i circa 20 milioni di telespettatori che settimanalmente seguono il programma di Donahue era assicurato, e lui si diceva convinto che in questo modo sarebbe stato fornito materiale per «consentire alla gente di farsi un'idea più informata e cosciente sulla decisione più forte che l'autorità possa prendere: quella di punire qualcuno con la morte». I sondaggi che vengono fatti di tanto in tanto dicono che ad approvarlo, quel tipo di punizione, c'è circa il 70% della popolazione americana, in genere ignara del fatto che la gran parte del mondo «civile» ha abbandonato da anni la pena capitale e che gli Usa appartengono alla minoritaria schiera delle nazioni che ancora la praticano, in compagnia di dittature che fanno inorridire i buoni americani solo a sentirle nominare. Secondo Donahue, attivo oppositore della pena di morte, una trasmissione come quella da lui progettata poteva essere in grado di rovesciare la situazione. Ma le autorità della Central Prison gli hanno detto di no. Si è appellato al governo della Carolina del Nord e anche quello gli ha detto no, con una postilla sprezzante da parte del ministro della Giustizia, Michael Easley: «Il problema in questo caso non è il nostro ordinamento giudiziario, ma la audience del programma di Donahue». Non è vero, ha risposto lui offeso. Innanzitutto siamo a giugno, «un periodo di audience tradizionalmente bassa». In secondo luogo, la sola idea di fare questa trasmissione «mi ha fatto perdere parecchi sponsor». Agisce, insomma, solo in nome della «causa». Venerdì scorso il suo avvocato, John «ngsrsn Hasty, ha presentato una richiesta alla Corte Suprema perché almeno venga consentita la ripresa dell'esecuzione e venga poi affidato il nastro al tribunale, in attesa di una decisione definitiva sul diritto di trasmetterlo. La giornata di ieri è trascorsa in attesa che il massimo organo giudiziario si pronunciasse. Il ministro Easley era sicuro che il divieto di «girare» sarebbe stato confermato, tanto che non ha rinunciato al suo sarcasmo nei confronti di Donahue: «Il condannato - ha detto - ha diritto ad avere vicino un avvocato, un sacerdote e un parente. Quindi, se Donahue vuole essere presente può andare a lezione di diritto, prendere i voti o adottare Lawson. Ma in ogni caso dovrà venire senza telecamera». Franco Pantarelli
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