GUERRA TRA DUE SPERANZE di Luciano Gallino

GUERRA TRA DUE SPERANZE GUERRA TRA DUE SPERANZE NEL caso di Rocco si sono confrontati in modo lacerante due speranze e due giudici apparentemente dotati, ma soltanto in apparenza, di strumenti semplici e chiari per decidere. Da un lato c'era la speranza dei genitori e degli amici che il ragazzo, pur essendo ormai in coma, potesse ritornare ad una forma di vita accettabile. Dall'altro la speranza di chi vedeva nell'espianto dei suoi organi, a cuore ancora battente, la possibilità di salvare o prolungare un'altra vita. Tra le due speranze contrapposte, un giudice che si chiama etica, in vesti religiose e laiche, ed un secondo giudice che si chiama tecnologia biomedica. Diversamente da casi precedenti, in questo caso ambedue i giudici son sembrati essere contro la prima speranza, quella dei genitori. Secondo il giudice chiamato etica, donare gli organi di un figlio ancor vivo, ma clinicamente considerato morto, è un obbligo imposto dal fatto che il piatto della speranza che deriva sicuramente per altri esseri da tale atto pesa di più dell'incerta speranza di riavere indietro il proprio figlio dagli insondabili confini della morte. Quanto al giudice chiamato tecnologia biomedica, le sue certezze erano ancora maggiori: dalla morte cerebrale non si torna indietro, esso affermava, e tanto valeva perciò staccare la spina e procedere all'espianto. Questa sicurezza dei due giudici richiederebbe tuttavia una rivisitazione, dalla quale essa risulterebbe alquanto appannata. Se si ammette che l'espianto è legittimo allorché un corpo cessa di essere una persona, la questione centrale diventa quella di persona e del suo ciclo di esistenza. Ora, così come non sappiamo nulla di sicuro circa il momento in cui una persona comincia ad esistere (essendo il cosiddetto «istante del concepimento» una finzione insostenibile), ben poco sappiamo del momento in cui essa cessa effettivamente di esistere. La attuale nozione di morte cerebrale è, per il momento, nient'altro che un tentativo alquanto rozzo di approssimarsi ad una definizione di tale momento. Le attuali certezze dei due giudici di cui parliamo hanno comunque un ampio spazio per esercitarsi nei tanti casi in cui sulla morte avvenuta non vi possono essere dubbi. Ma nei casi dubbi come quello di Rocco, troppe cose dobbiamo ancora capire per poter puntare fermamente il dito contro una speranza allo scopo di alimentarne altre. Luciano Gallino