Questa è una storia liquorosa di Silvia Francia

Manifesti, pubblicazioni, bottiglie grandi e piccole esposte ai Ronchi Verdi in corso Moncalieri Manifesti, pubblicazioni, bottiglie grandi e piccole esposte ai Ronchi Verdi in corso Moncalieri 5^3 Questa è una storia liquorosa La Cinzano vuole raccontare se stessa Una bottiglia, un tappo, un mondo. Bacco mette lo zampino nella storia e lascia tracce - in forma di amaro, spumante o moscato - nella fotografia e nella pubblicità, in etichette, manifesti e persino portachiavi. Una storia liquorosa, all'insegna del vermuth, ma non solo, quella della Cinzano, azienda storica piemontese, in mostra - per estratto - nel foyer del club «Ronchi Verdi» di corso Moncalieri 466/16, sino al 10 luglio (dalle 14 alle 22; ingresso libero). L'esposizione, inaugurata ieri, presenta un riassuntivo spaccato del vasto repertorio custodito negli archivi della Cinzano, a Santa Vittoria d'Alba. «In quel palazzo, che fu residenza estiva dei Savoia e poi, acquistato dalla famiglia Cinzano, divenne sede dell'azienda, è allestita una mostra storico-documentaria permanente», spiega l'amministratore delegato della Cinzano International, Gianfranco Caci. «Inoltre, vi è custodita una grande quantità di materiali di varie epoche, che sono stati recentemente archiviati con la collaborazione del Dipartimento di Storia dell'ateneo torinese e che sono qui sommariamente rappresentati. Un'epopea ad alta gradazione, rappresentata, dagli esordi settecenteschi ad oggi, in circa ottomila unità archivistiche, dieci milioni di carte, trentacinquemila metri di pellicola di cui si possono gustare piccoli ma esaurienti assag¬ gi nella mostra torinese che conta circa cinquecento pezzi. «Un repertorio - spiega Patrizia Cirio, ricercatrice universitaria - che documenta la storia della Cinzano, dal 1703, quando la famiglia ottenne la licenza per produrre vini ed elisir, fino ad oggi». Una storia tutta nostrana, quella della Cinzano (anche se qualche anno fa l'azienda è stata ceduta al Gruppo inglese Idv Grand Metropolitan): piemontese e poi italiana. Non a caso, la carrellata della memoria «d'azienda» gioca su una certa ebbrezza nostalgica collettiva, propiziata da manifesti e ricordi, bottiglie e vassoi, filmati e gadget di ieri e ancor prima. L'itinerario parte dai reperti cartacei (curiosi i libri contabili ottocenteschi, ancora ben leggibili) e dai reportages fotografici. Centocinquanta scatti circa, dal 1880 al 1910: «Si tratta di foto rare - spiega la Cirio - fra le prime a ritrarre un'industria italia¬ na». Largamente rappresentata anche la grafica, legata soprattutto alle campagne pubblicitarie. L'evoluzione del disegno, colore, soggetti e slogan sfila in una micro-storia dello stile cartellonistico, con passaggi dalle flessuosità femminine del Liberty alle zampate futuriste, dalle startestimonial (come Totò, Peppino e Isa Barzizza nel dopoguerra) alle vedute di città, ai cavallini o alle fanciulle by Nick Edel. Altro settore riguarda l'oggettistica, i gadget in tema, con passaggi dalla lampada da tavolo con paralume pubblicitario montato su bottiglia di spumante, alla mini-bottiglietta con dadini incorporati, dalle insegne, alle biro, ai fermasoldi. Non manca, ovviamente, una buona scelta di bottiglie, compresa quella mignon del memorabile «Cinzanino». Ricordi sorseggiati pure da un grande schermo che propone «Caroselli» non-stop: su tutti, quello con una scatenata e giovanissima Rita Pavone che canta, balla e brinda. Silvia Francia 5^3 Nella foto qui a fianco un manifesto di Cappiello e nella foto bassa a destra pubblicità di 40 anni fa dal titolo «Alla salute»

Persone citate: Bacco, Cappiello, Gianfranco Caci, Isa Barzizza, Nick Edel, Patrizia Cirio, Rita Pavone, Savoia

Luoghi citati: Santa Vittoria D'alba