Con 300 mila la pratica subito pronta

Catasto, arresto Catasto, arresto Con 300 mila la pratica subito pronta «Mi manda Picone...». E la pratica nuova batte in volata quelle giacenti. Il Catasto funziona anche così. E' un modo per arrotondare stipendi e pensioni che ha portato all'arresto di un geometra. Michele Di Fesca, classe 1957, impiegato nel palazzone di corso Vinzaglio. Convocato nel primo pomeriggio nella stanza del pubblico ministero Vittorio Corsi, si è visto notificare un ordine di custodia cautelare per tentata concussione firmato dal gip Piera Caprioglio. Alla presenza del suo avvocato, Tommaso Servetto, l'impiegato ha dovuto spiegare come mai avesse retrodatato una certa pratica per conto di un cliente al quale erano state chieste 300 mila lire di «contributo». Il piccolo falso serviva a far svolgere il lavoro nel corso della stessa giornata, scavalcando faldoni di richieste giacenti: bastava apporre un timbro con la data di 20 giorni prima per inserire l'operazione in questa ennesima corsia preferenziale. Di Fesca ha ammesso con qualche titubanza iniziale. E nel pomeriggio, dopo un secondo interrogatorio, è stato mandato a casa. Non riusciva ad associare le 300 mila lire a quel particolare cliente che al magistrato aveva dichiarato: «Quando mi sentii dire che per ottenere la "pratica in giornata" dovevo tirar fuori quella somma, ne parlai al principale, un impresario edile, e lui mi rispose "rinunciamo"». Ma l'impiegato arrestato, ammettendo di aver ritirato il denaro, avrebbe confuso quella richiesta con un'altra. E, già che c'era, ha parlato di nuovi piccoli extra ricevuti per «consulenze» meno impegnative. Il controllo del traffico delle pratiche seguiva l'esempio di Totò che in un vecchio film chiedeva la mancia per tenere il posto nella fila di gente con tessera annonaria. In corso Vinzaglio all'omino della coda, si arriva passando per quello delle «informazioni», la guida che prende per mano il cittadino sperduto e sa indirizzarlo a chi di dovere. E' un ex dipendente, ora pensionato, che arrotonda pure lui le sue modeste entrate. Ciascuno di questi informatori ha poi i suoi referenti dietro gli sportelli. La lottizzazione delle pratiche extra avviene all'insegna della «matematica non è un'opinione». Questi spaccati di efficienza alla rovescia emergono dalle deposizioni dei clienti abituali, soprattutto geometri, del Catasto: i carabinieri della sezione di polizia giudiziaria li stanno convocando. Stavano sulle agende degli impiegati-modello. Il doppio lavoro in ufficio era stato regolamentato da tariffe periodicamente aggiornate. Pure i clienti più importanti, dopo essere stati spartiti con il bilancino, venivano lasciati in eredità da chi andava in pensione. Per un dipendente morto prematuramente si provvide diversamente: si fece entrare la figlia fra i consulenti del Catasto-bis. Di Fesca alla fine è sbottato: «Quando venni assunto, vent'anni fa, funzionava già così».

Persone citate: Picone, Piera Caprioglio, Tommaso Servetto, Vittorio Corsi