«Togliete Chiara e fratellino ai genitori» di Claudio Cerasuolo

Il sedicenne di Grugliasco, da 5 giorni in ospedale. I familiari si erano opposti all'espianto La piccola, tre mesi, era stata portata in ospedale dalla zia. I genitori: è caduta «Togliete Chiara e fratellino ai genitori» Il giudice: hanno massacrato di botte la bambina Chiara e il fratellino Andrea non torneranno più a casa dai loro genitori. Il giudice ha deciso che, almeno per ora, devono restare in comunità. Il 27 giugno si terrà l'udienza presso il tribunale dei minori per dichiarare il loro stato di adottabilità. Il caso di Chiara, la bimba massacrata di botte, era esploso nel gennaio scorso. La piccola, che allora aveva tre mesi, era stata portata al pronto soccorso dell'ospedale Regina Margherita dalla zia: «Ha la bronchite». Quel suo aspetto troppo gracile, quel colorito pallido, non convinceva però i medici che sottoposero la piccola ad una serie di esami. Quando videro le lastre mandarono un rapporto alla procura. Il sostituto procuratore presso la pretura Paola Stupino spiccò un mandato di comparizione per i genitori con l'accusa di maltrattamenti. Quando i carabinieri bussarono alla porta dell'appartamento al sesto piano di via San Francesco al Campo 32, a Leinì, la coppia sembrò non capire la gravità della situazione. Giuseppe Rampulla, 27 anni, garzone di macelleria, e la moglie Anna Rita Trotto, 31 anni, casalinga, dissero ai militari: «La bimba sarà caduta, non sappiamo». Dal magistrato si presentarono senza l'assistenza di un legale, convinti si trattasse di una formalità. E ripeterono quanto avevano già detto. Finirono in carcere. Gli agenti della squadra di polizia giudiziaria della pretura interrogarono i vicini di casa: «Li conosciamo di vista, buon glor¬ no e buona sera. Sembravano gente per bene». Il dramma di Chiara si è consumato fra le pareti domestiche senza testimoni. Risentiti dal pm Stupino qualche giorno dopo, Rampulla e la moglie modificarono la versione: «Forse è stato il fratellino a farla cadere». Ma i periti, incaricati dal magistrato di stabilire la causa delle lesioni, escludono che possano essere accidentali: «Non ho mai visto una co-a simile!», si è la¬ sciato sfuggire uno dei tre medici. L'elenco delle lesioni riportate da Chiara e documentate dai consulenti, professori Giiva, Gino e Oddone, è a dir poco impressionante: una frattura al cranio, quattro costole rotte sul lato sinistro del torace, tre sul lato destro con callo osseo in alcune (segno di precedenti fratture guarite), frattura al braccìno destro e alla tibia destra. I genitori sono tornati in libertà, Rampulla ha l'obbligo di presentarsi settimanalmente dai carabinieri di Leinì. Chiara ora è guarita: «Ma è rimasta in ospedale tre mesi, è stata dimessa il 6 aprile», precisa il magistrato. II giudice dei minori, ai quali è stato affidato il caso, ha sospeso la potestà ai genitori e ha nominato tutore il presidente dell'Usi 28. L'inchiesta passerà per competenza dalla procura presso la pretura a quella presso il tribunale perché le lesioni riportate da Chiara hanno superato i 40 giorni. Claudio Cerasuolo I genitori Giuseppe Rampulla di 27 anni e la moglie Anna Rita Trotto di 31 accusati di lesioni alla figlia Chiara ili

Persone citate: Anna Rita, Anna Rita Trotto, Giuseppe Rampulla, Paola Stupino, Rampulla, Stupino