La destra espugna le fortezze rosse
LA STAMPA Forza Italia è il primo partito negli otto collegi elettorali in cui è divisa la città La destra espugna le fortezze rosse //pds superato anche nella periferia Nord Il terremoto aveva investito la cittadella politica torinese il 27 e 28 marzo. Quella di domenica è stata una scossa di assestamento. Mica da poco, però: Forza Italia è cresciuta ancora, e il suo trionfo pare spalmarsi in modo quasi omogeneo sulla città. Le Europee hanno cancellato anche le due ultime roccheforti rosse: la zona compresa tra Porta Palazzo e Madonna di Campagna e quella confinante tra Barriera di Milano e Regio Parco. Insomma, la periferia Nord. Anche qui gli uomini del Cavaliere hanno completato il sorpasso sul pds. Il paragone con le ultime politiche è possibile trasferendo i risultati di domenica sugli otto collegi della Camera e considerando i voti che a marzo furono espressi per la proporzionale. Ebbene, in ogni zona, Forza Italia ha superato il 30 per cento dei consensi e mai è andata oltre il 32. Molto più sensibili le oscillazioni all'interno del pds: nel collegio Barriera di Milano-Regio Parco la Quercia riesce a strappare il 22,6 per cento dei voti, e in quella zona la vocazione di sinistra è confermata dal 10 per cento incassato da Rifondazione. I più e i meno dei partiti principali sono indicati nella cartina a fianco. Un'occhiata ai risultati ottenuti dalle liste minori: a Lingotto-Mirafiori Sud il patto Segni supera il 5 per cento, e si colloca a meno di 400 voti dal partito popolare. I verdi ottengono i risultati più lusinghieri nei Collegi 2 (San Paolo-Cenisia-Santa Rita, 5,24%) e 8 (Mirafiori Nord, 5,23%). La Rete va male ovunque, ma un po' meglio a Mirafiori Nord e nel collegio comprendente San Paolo, feudo elettorale di Diego Novelli. I pannelliani tengono in Centro, però il 3,9 per cento di domenica è chiaramente inferiore al 6,1 di fine marzo. Ma da oggi, smaltita la sbornia post-elettorale, i partiti inizieranno a ragionare sulle possibili coalizioni. Facciamo qualche ipotesi sull'intero territorio torinese. La destra, unita, sfiora la maggioranza assoluta: 48,1% per Forza Italia, An e Lega Nord. Alle politiche aveva raggiunto il 44,2 per cento. L'area progressista (pds, rifondazione, verdi, rete, psi, ad, psdi) scende dal 37,5 al 35,5 per cento. Popolari in calo, ma in marzo non dovevano vedersela con il patto Segni. Le differenze possono sembrare trascurabili. Non è così. Due punti percentuali equivalgono a 12 mila voti (tenendo conto di un'affluenza molto bassa come quella di domenica). Alle amministrative dell'anno scorso Valentino Castellani riuscì a con¬ quistare il diritto allo spareggio per meno di 5000 preferenze. E, in marzo, un bel gruppo di aspiranti deputati ha perso il seggio allo sprint. E' il caso di Burzi (Forza Italia) sconfìtto da Novelli, di Arata (Lega Nord) battuto da Rizzo (Rifondazione) per 52 voti. E meno di mille consensi hanno separato il segretario pds Chiamparino e l'ex deputato di Rifondazione Maria Grazia Sestero dagli eletti Meluzzi (Forza Italia) e Gubetti (Lega Nord). Oggi il polo liberista conquisterebbe 8 deputati su 8. Sempre che gli orientamenti per le europee si ripetessero per la Camera. Non a caso i gruppi dell'area progressista corrono ai ripari e ribadiscono la necessità di una coalizione, che partendo dal centro sfoci alla sinistra «democratica e di governo». Ossia rilanciano il modello che premiò Castellani, Rutelli, Cacciari. Nel frattempo, e lo ha ribadito ieri, il sindaco è tranquillo. «Dimissioni? Non se ne parla nemmeno». Giampiero Pavido L. Borghesan A PAGINA 39 P.P.I. MASSIMO COLLEGIO 4 7,1% MINIMO COLLEGIO 5 5% MASSIMO COLLEGIO 6 7,6% MINIMO COLLEGIO 5 5,9% MASSIMO COLLEGIO 5 22,6% PDS MINIMO COLLEGIO 1 16,3% MASSIMO COLLEGIO 1 11,6% MASSIMO COLLEGIO 4 10,5% MINIMO RIF0ND. COLLEGIO 8 COMUNISTA 7,2% MASSIMO COLLEGIO 1 32,8% FORZA ITALIA MINIMO COLLEGIO 7 30,3%
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