Il Tour pericolosa sirena per Pantani

l'Italia ha trovato il campione scalatore-fondista che attendeva da tempo, e tutti lo vogliono l'Italia ha trovato il campione scalatore-fondista che attendeva da tempo, e tutti lo vogliono Il Tour pericolosa sirena per Pantani Così si rischia di spremerlo troppo E' NATA UNA NUOVA STELLA ANDIAMO subito al sodo. Marco Pantani è un occasionale grande antagonista, un secondo classificato contingente nel Giro vinto da Berzin e perso da Indurain, o costituisce il reale, sostanzioso annuncio d'un campione? Dunque, vediamo. Pantani perde nella cronometro di Follonica 5 minuti e 47 secondi. Occupa, a quel punto, il 14° posto della classifca con un ritardo di 7 minuti e mezzo dalla maglia rosa, è ancora un corridore nell'ombra. Arrivano le montagne. L'attenzione si concentra su Berzin, Indurain e Bugno. Pantani vince la Lienz-Merano presentandosi al traguardo con 40 secondi di vantaggio su Bugno, Berzin e Indurain. Sul Passo di Monte Giovo si esibisce in un primo spettacolare saggio da scalatore. Il giorno dopo, Pantani vince la Merano-Aprica, la tappa dello Stelvio e del Mortirolo, e proprio su questa seconda salita che, con il Colle dell'Agnello si rivelerà come la più massacrante del Giro, pianta Berzin e Indurain e vola allo striscione ove arriva 3 minuti e mezzo prima del navarra e 4 minuti e 6 secondi prima del russo. E qui ci fermiamo un momento. Siamo di fronte al caso straordinario di un corridore di 24 anni che non soltanto vince due tapponi di montagna consecutivamente, ma che addirittura li vince per distacco. Se esistono precedenti del genere, e a memoria non vengono in mente, bisogna cercarli negli albi d'oro dei campioni sommi. Pantani ha dunque compiuto un'impresa il cui calibro lo pone tra i grimpeur di assoluta eccellenza. Pantani diventa, superata l'Aprica, un signore del Giro e, ancor di più, un incendiario del Gi- ro che sembrava ormai soffocato dal dominio di Berzin. Ma, dimostrata la sua bravura di scalatore, è chiamato alla conferma della sua bravura di fondista da giri su un terreno che - lo abbiamo visto a Follonica - non gli è propizio. La cronoscalata del Bocco ha un tratto di dura salita, ma è sempre una cronometro, richiede sempre una continuità di ritmo, una capacità di concentrazione di cui Berzin, che nasce dalla pista, e Indurain, che gronda in quel campo di trionfi, sono abbondantemente provvi¬ sti. Nella cronoscalata del Bocco, Pantani compie un ulteriore prodigio: si classifica al terzo posto a un minuto e 17 secondi da un bravissimo, rigenerato Miguel e a un minuto e 37 da un Berzin antologico. E ottiene il sorprendente risultato nonostante il timore di essere subito falciato da Berzin, che a Follonica lo aveva limato di 7 secondi al chilometro, e la trepidazione, l'inquietudine per una prova che si presenta come un esame decisivo, lo inducano all'errore di scaricare il meglio delle sue enargie nel tratto di pianura. Al Bocco, Pantani pone definitivamente la propria candidatura alla vittoria del Giro. Lo dividono da Berzin 2 minuti e 55 secondi in classifica generale. Indurain gli è sotto di 28 secondi. Due minuti e 55 non sono pochi, ma possono costituire un'inezia per uno scalatore che ha ancora davanti a sé due tappe alpine. Il brutto è però che quelle due tappe alpine non hanno nulla a che vedere con la LienzMerano e con la Merano-Aprica. L'Izoard e il Lautaret, il Monginevro e il Sestriere hanno altezze ingannatrici, le pendenze non si addicono all'attacco di un grimpeur che deve lasciarsi alle spalle un passista d'alta quota. Il Colle dell'Agnello è, in quell'ultima altimetria del Giro, l'unico territorio di battaglia, a oltre cento chilometri dal traguardo delle Deux Alpes. Pantani non ha altra scelta, deve tentare l'attacco. E, unendo alla destrezza il coraggio, si getta in un'avventura il cui epilogo è scontato. Senza l'aiuto d'un compagno, con a fianco un colombiano che si rifiuta alla collaborazione, è costretto alla resa. Un Giro bellissimo, tradisce così, con un deludente percorso finale, il corridore più atteso. Conclusione. Pantani si avvia deciso a interpretare il ruolo di campione fondista che il ciclismo italiano da tanto attendeva. Ha la possibilità di migliorare in pianura e soprattutto a cronometro. E' ora nelle mani di chi lo dirige. Il Tour? Gli sponsor lo vogliono ovviamente in Francia e finirà per andarci. Stiano attenti i tecnici di Pantani e il suo direttore sportivo: posseggono un gioiello, non lo distruggano. Gianni Ranieri m Coppi rosa a 20 anni f Balmamion vinse a 21 Bartali e Merckx a 22 A se q m f Marco Pantani, 24 anni, al Giro è andato meglio di Indurain: chi se l'aspettava? A sinistra Coppi, al centro Bartali e qui sopra il belga Eddy Merckx: hanno cominciato proprio al Giro a diventare dei campionissimi

Luoghi citati: Aprica, Follonica, Francia, Italia, Sestriere, Stella, Stelvio