«Sulla previdenza rischiate grosso»

1 1 I 1 Ma per le banche centrali esistono altre due emergenze: il lavoro e l'inflazione «Sulla previdenza rischiate grosso» La Bri avverte l'Italia. Fazio: la corsa va frenata GOVERNATORI A CONSULTO BASILEA DAL NOSTRO INVIATO «Le pensioni? Certo, quello è un settore nel quale c'è bisogno di un ripensamento. L'ho già detto nelle mie "considerazioni finali" il 31 maggio»: Antonio Fazio, governatore della Banca d'Italia, non vuole dar l'impressione di immischiarsi nelle responsabilit? del governo. Ma siccome l'altro giorno qualcuno ha cercato di mettergli in bocca che «le pensioni non si possono tagliare» la precisazione è opportuna. Sì, occorre frenare la crescita della spesa pensionistica nei prossimi anni: parte importante del generale compito di «continuare l'aggiustamento delle spese correnti dello Stato». Fazio è a Basilea per l'assemblea della Banca dei regolamenti internazionali. Nel rapporto annuale di questa istituzione, che è una specie di banca delle banche centrali, trova molti punti di contatto con il suo discorso di due settimane fa. Gli ammonimenti della Banca d'Italia non sono certo un'anomalia: quasi ovunque i governatori parlano lo stesso linguaggio. Per le pensioni, il rapporto della Bri vede in prospettiva i maggiori rischi di instabilità in quattro Paesi: «Giappone, Francia, Italia e Canada»; l'indice prescelto è quello del debito sommerso per il pagamento delle pensioni future, caro al nostro ministro del Bilancio Giancarlo Fagliarmi. E' proprio l'Italia, tra i quattro Paesi citati in ordine di dimensione, a trovarsi nelle condizioni peggiori; seguita, spiega Fazio, dalla Francia. In Giappone l'invecchiamento medio della popolazione è un poco più rapido, ma la spesa per pensioni è, in proporzione, la metà della nostra. In entrambi i Paesi l'incidenza di questa spesa raddoppierà da qui al 2040; da noi in assenza di nuovi interventi arriverebbe al 22% del prodotto interno lordo, una quota «ancor più preoccupante» afferma il rapporto della Bri. Alle pensioni va in Italia più di un quinto (21,1%) di tutta la spesa pubblica: è il valore più alto tra i grandi del G-7. Per riequilibrare il sistema previdenziale ci vorrà tempo, e gradualità. Nell'immediato, le banche centrali sottolineano in generale la necessità che il risanamento delle finanze pubbliche continui. C'è il rischio, che l'alto livello di disoccupazione, e la lentezza con cui la ripresa lo farà diminuire, convincano i governi ad alimentare la domanda per consumi. «A mano a mano che il ricordo dei costi del- l'inflazione si allontana nel tempo - sostiene Andrew Crockett, direttore generale della Bri - riguadagna terreno l'idea che si possa stimolare l'attività produttiva accettando un po' più di inflazione. Le banche centrali devono spiegare incessantemente quali ne sarebbero le conseguenze». E come Fazio ha messo in guardia il governo italiano (se si allenta la politica di riduzione del deficit pubblico la Banca d'Italia sarà costretta ad alzare i tassi), simile è l'ammonimento che esce dalla riunione di Basilea. «Sforzi speciali si renderanno necessari alle banche centrali - dice Wim Duisenberg, presidente della Bri e governatore della Banca d'Olanda - per assicurare un largo appoggio ad eventuali strette monetarie necessarie per contrastare l'accumulo di pressioni inflazionistiche». Per l'Europa la prospettiva non è allegra: la ripresa porterà pochi posti di lavoro e cercare di accelerarla causerebbe, a medio termine, danni peggiori. «E' la prima volta nota Fazio - che nel rapporto della Bri si dedica una così grande attenzione alla disoccupazione. Mi fa piacere, perché ho sempre pensato che non si possa vedere la politica monetaria fuori dal contesto della società». Il rimedio principale indicato dalle banche centrali è rendere più flessibili i mercati del lavoro. Nelle parole di Duisenberg, «occorre eliminare normative che in origine intendevano proteggere gli occupati ina che, nei fatti, oggi spesso rendono più difficile ai disoccupati offrirsi per nuovi posti di lavoro». Già avara di per sé di nuova occupazione, la ripresa in Europa è nelle ultime settimane accompagnata da un cattivo presagio, il rialzo dei tassi di interesse a lungo termine (sui quali le banche centrali hanno scarsa influenza). Nell'analisi dei governatori, il movimento può essere stato amplificato dai nuovi strumenti finanziari (i derìvatives) che ancora sono ristretti a pochi operatori e non ben sperimentati. Ma per togliere energia al minaccioso rialzo non c'è che una ricetta, riassume Fazio: prucenza monetaria da parte delle banche centrali, rigore nella politica di bilancio da parte dei governi. Stefano Lepri uAiiA 67,32 mmw LUSSEMBURGO 59,66 12,24 32,25 15,17 G. BRETAGNA 57,44 10,36 45,72 1,35 SPAGNA 56,23 9,58 35,72 1 0,93 OLANDA 55,34 20,88 29,77 4,68 PORTOGALLO 54,89 13,89 33,40 7,60 BELGIO 53 9,60 31,51 11,89^ GERMANIA 51,22 8,74 29,88 12,601 FRANQA 50,95 6,30 36,79 7,86 DANIMARCA 44,97 8,55 36,34 0,08 IRIANDA 39,06 6,93 24,96 7,17 mm 55,14 9,04 37,$! 8,59 LA PREVIDENZA IN EUROPA spesa in percentuale sul totale spese protezione sociale 1 1 I 1 Antonio Fazio

Persone citate: Andrew Crockett, Antonio Fazio, Duisenberg, Giancarlo Fagliarmi, Stefano Lepri, Wim Duisenberg