Nelle metropoli scatta l'allarme nomadi
Nelle metropoli scolta l'allarme nomadi «L'Italia rischia di affrontare un'altra estate d'emergenza, come per gli albanesi» Nelle metropoli scolta l'allarme nomadi 1sindaci al ministro Guidi: sono troppi, create nuovi centri ROMA. La parola d'ordine è «decentramento». Per evitare l'esplosione di una nuova emergenza questa estate nelle grandi città italiane, il governo Berlusconi vuole ridistribuire sul territorio la popolazione nomade per evitare che la concentrazione in alcuni campi sovraffollati scateni reazioni di intolleranza e di violenza. Il ministro per la Famiglia e la solidarietà sociale Antonio Guidi ha convocato ieri a palazzo Chigi i rappresentanti di sei grandi città - Roma, Firenze, Torino, Genova, Venezia, Napoli - per cominciare ad affrontare la questione-nomadi con una strategia nazionale. La prima decisione è stata appunto quella di allentare la tensione spostando i nomadi in campi meno affollati. «E' necessario superare la politica dei grandi campi-ghetto», ha spiegato il ministro Guidi, «istituendo strutture piccole e di¬ stribuite sul territorio». Giorgio Morales, sindaco di Firenze, città che tra l'altro è al primo posto per quanto riguarda il problema dei nomadi, ha dichiarato: «In Toscana ci sono alcune province, come ad esempio quella di Siena, dove non c'è neanche un nomade. Quelli che abbiamo noi a Firenze vanno dunque distribuiti anche lì». A Firenze vivono almeno 1300 nomadi, mentre i campi autorizzati potrebbero accoglierne soltanto 500. Le condizioni sanitarie sono già considerate «a rischio». Il sovraffollamento, secondo Morales, ha portato ad un aumento della micro-criminalità «e il turismo certo non se ne giova». A Roma, altra città dove la situazione viene definita «esplosiva», i nomadi sono più di seimila. Per Morales, «in queste città i campi nomadi si stanno trasformando in vere e proprie polveriere e l'estate non farà altro che aumentare il pericolo». Nella riunione di ieri è stato anche deciso di procedere al più presto ad uno screening, cioè ad un controllo sistematico di nomadi e presunti tali, per avere un'idea più chiara circa la reale dimensione del problema. Questo perché molti profughi fuggiti dalla ex Jugoslavia hanno finito per trovare rifugio nei campi nomadi, mentre in qualità di profughi politici avrebbero a disposizione altri mezzi e strutture. C'è infine un terzo, delicato problema legato alla questione dei nomadi che ieri è stato affrontato ma che richiederà un approfondimento: quello dei minori, cioè dei piccoli e piccolissimi mandati a rubare per le vie delle grandi città italiane. «La tendenza - ha dichiarato Sergio Rossetti, assessore sociale al comune di Genova - è quella di favorire, in presenza di maltrattamenti familiari e sfruttamento, l'affido o l'adozione. Si è infatti concordato che il diritto dei genitori va rispettato ma non oltre una certa soglia». E Guidi ha aggiunto: «Non non è possibile avallare un doppio criterio, severo per le famiglie italiane e tollerante, invece, verso gli abusi sui bambini nomadi». La riunione di ieri, dicono a palazzo Chigi, ha avuto lo scopo di mettere insieme una strategia preventiva nel tentativo di spezzare la tradizione delle «emergenze» estive. Ma la proposta di redistribuire la popolazione nomade e di creare dei campi laddove non ci sono potrebbe non essere sempre accolta con favore. E non è da escludere che su questa vicenda nascano sgradevoli polemiche tra un comune e un altro. E' possibile, per esempio, che i senesi non gradiscano la proposta del sindaco di Firenze Morales di dirottare su di loro i nomadi che i fiorentini considerano di troppo. [a. d. r.] Uno dei tanti campi-nomadi alla periferia delle grandi città
Persone citate: Antonio Guidi, Berlusconi, Giorgio Morales, Guidi, Morales, Sergio Rossetti
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