Gonzàlez «scappa» in Sud America

11 Goniàlez «scappa» in Sud America /popolari di Aznar sono il primo partito MADRID NOSTRO SERVIZIO Facce da funerale. Delusione e disappunto neanche nascosti. Centinaia di rose rosse buttate nella spazzatura della sede elettorale centrale. La pesantissima débàcle socialista nelle Europee di domenica, accompagnata dalla perdita della maggioranza assoluta nelle regionali della Andalusia, la loro roccaforte storica, pesa come un macigno sul psoe del premier andaluso Felipe Gonzàlez, che, per la prima volta dall'82, ha perso. Il «lider maximo» dei socialisti, primo ministro dall'82 e segretario generale dal '74, dopo essersi congratulato con il grande trionfatore di domenica, il leader del partido popular (pp, di centro destra), José Maria Aznar, fa finta di niente abbozzando patetici sorrisi quando sostiene che non si considera «invalidato» dalla batosta e che non convocherà elezioni anticipate. Ma la sua rosa è ormai marcita mentre i due gabbiani azzurri, simbolo del pp, non hanno mai volato così in alto. «Ho un senso della lotta sufficiente per cercare di vincere le prossime elezioni - ha dichiarato domenica notte -; quando vinciamo mi sento oppresso e quando perdiamo, come adesso, mi infondo coraggio». Ma la sceneggiata ed il savoir-faire sono durati poche ore. Ieri mattina, molto significativamente, si è rifiutato di rilasciare dichiarazioni buttando in pasto ai media, dopo il comitato centrale del partito, il segretario per l'organizzazione e numero 3 del psoe, Ciscar. Stesso comportamento nel pomeriggio all'aeroporto di Madrid, da dove è volato a Cartagena de Indias, in Colombia, per partecipare al vertice dei Paesi latino-americani. L'unica consolazione per Gonzàlez è venuta da Jordi Pujol, ormai chiamato il «viceré di Spagna», il presidente regionale catalano e leader del centrista «Convergencia i Unio» (ciu) che appoggia dall'esterno il suo governo e che garantisce la stabilità del Begno con appena il 4,9 per cento dei suffragi ottenuti nelle politiche del '93 (domenica ha preso il 4,6 per cento). «Fino a quando continuerà ad applicare l'attuale politica economica, noi sosterremo il psoe», ha detto Pujol, che per la prima volta è riuscito a sorpassare i socialisti in una elezione non locale e per cui non è necessario che Gonzàlez presenti una mozione di fiducia alla Camera. La mozione di fiducia presentata al governo (su cui Gonzàlez non si è pronunciato: «Ci devo pensare e non ho pensato ad un rimpasto ministeriale» ha detto, misterioso) o la mozione di sfiducia presentata dal pp è al centro del dibattito politico do¬ po il terremoto che ha scosso la politica spagnola. Aznar, presidente del pp dall'89, ha guadagnato il 18,6 per cento diventando il primo partito del Paese con il 40,2 ed aggiudicandosi 13 seggi in più a Strasburgo. Rispetto alle legislative del giugno scorso guadagna il 5,4 per cento. Il psoe perde, rispetto alle Europee di 5 anni fa, quasi il 9 per cento, attestandosi al 30,6, e 5 seggi. Confrontando il suo pessimo risultato con le politiche del '93, quando ottenne il 38,6, il psoe perde l'8 per cento e ben 3 milioni e mezzo di voti. Se le Europee fossero state legislative, ora il pp conquisterebbe 165 seggi (la maggioranza assoluta è di 176 deputati), 24 in più, ed il psoe 118,41 in meno. Notevole anche il successo dei comunisti di Izquierda Unida, che passano dal 6 al 13,4 per cento, e da 4 a 9 seggi. Iu, poi, è diventato l'ago della bilancia in Andalusia con il suo 19,1 ( + 8 per cento), il psoe, pur rimanendo il partito più votato con il 38,6, perde l'I 1 per cento mentre il pp, con il 34,4 (+12 per cento) è ad appena 4 lunghezze dai socialisti. Aznar, per il momento, è scettico sulla necessità della mozione di sfiducia, che si può presentare una sola volta in una legislatura. «Spetta al governo parlare e prendere decisioni, ma è evidente che dovranno prodursi delle conseguenze perché quando i cittadini parlano con questa chiarezza non è possibile ignorarlo». Se ciu appoggia il psoe, la sfiducia può diventare un'arma a doppio taglio. Tutti i giornali antigovernativi, come il «liberal» «El Mundo» ed il «conservatore» «ABC», commentano che Gonzàlez deve dimettersi o convocare nuove elezioni. «El Pais», invece, pretende che sia il leader socialista a presentare la fiducia. Il nuovo idolo della politica spagnola è ormai Aznar, su cui nell'89 pochi scommettevano e che ancora un anno fa era considerato un outsider. «El Siglo» titolava un suo ritratto con un più che significativo «Un certo Aznar». Il leader del pp, che nelle prime elezioni democratiche votò per il centrista ucd di Suarez, è un avvocato madrileno di 41 anni, ex ispettore fiscale. Nell'89 molti si divertivano a prenderlo in giro sottolineando la sua grande somiglianza con Charlot. Figlio e nipote di notissimi giornalisti franchisti, venne convinto a passare al pp (allora era l'Alianza Popular dell'ex franchista Fraga) dalla moglie quarantenne Ana Botella, ispettrice del ministero delle Finanze, una brunetta con un carattere così forte da essere chiamata la Hillary Clinton spagnola. Gian Antonio Orighi Diventano decisivi per la sopravvivenza del governo socialista i centristi di Jordi Pujol Il leader del partido popular José Maria Aznar e a fianco la folla entusiasta dei sostenitori del partito

Luoghi citati: Andalusia, Cartagena De Indias, Colombia, Madrid, Spagna, Strasburgo, Sud America