Sindrome Occhetto nel ps francese
12 Mitterrand pronto a «sposare» Tapie. E Balladur abbraccia de Villiers, Tanti-Maastricht Sindrome Occhetto nel ps francese Dalle Europee una ghigliottina perRocard PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE E' forse un caso, ma Bernard Tapie potrebbe gridare alla congiura. Neppure dodici ore dopo l'exploit nelle Europee (12%) già vorrebbero togliergli l'immuri'r per lo scandalo Phocéa, il lussuoso panfilo che il vulcanico imn. editore registrò come cargo f ' ^ndo l'erario. L'apposita Commi ■ ; parlamentare francese dovu-jbe riunirsi oggi. E Bernard il Marsigliese rischia davvero un processo: il seggio di Strasburgo lo «immunizzerà» contro le iniziative giudiziarie solo dal 20 luglio. Un insidioso handicap gli guasta insomma la vittoria. E poiché le sciagure non arrivano mai sole, l'ex «monsieur Olympique Marseille» l'altra sera ha dovuto subire in tv anche le contumelie del professor Leon Schwartzenberg, l'illustre oncologo che guidava «L'Europa nasce a Sarajevo» (1,5%). «Sei un mascalzone! Di sinistra, tu? Pierre Mendès France si rivolterà nella tomba». La repli¬ ca non è delle più leggere~«Suvvia, Leon: non scordarti cVpagai io, un anno fa, la tua campagna elettorale alle Legislative». «Bugiardo!». Offeso che il presentatore non lo difenda, Tapie abbandona lo studio televisivo riversando improperi su «Tfl» (di cui possiede, peraltro, non poche azioni). Mica male per il giorno del trionfo, quello nel quale gli spettatori dovevano vederlo esordire come vero leader in pectore per la Gauche, lontano dalle guasconate abituali. Ma Tapie è così: bisognerà accettarlo nature. Con quel magico 12,03% tallona da vicino (14,5%) Michel Rocard, segretario ps pei' il quale le dimissioni di Achille Occhetto risuonavano ieri come un suiihiiù presagio. Tapie è ben conscio che orinai tiene in pugno la Sinistra o perlomeno la condiziona sino (quasi) al ricatto. Bernard il Boia può giustiziare, in tempi medio-brevi, Rocard. Solo che lo voglia. E già affila le anni. «Non ha senso schierarsi dietro un cavallo che perde» dice. E preconizza, in autunno, le assise per rifondare la Sinistra. I mitterrandiani lo appoggiano, compreso - sembra - il Presidente. Tapie potrebbe allora divenire il cavallo di Troia grazie a cui, ucciso Rocard, il ps lancerà nella campagna '95 per l'Eliseo Jacques Delors. Fantapolitica? Nessuno, oggi, crede più che le ambizioni di Tapie si limitino a conquistare Marsiglia divenendone - l'anno prossimo - il sindaco. Strasburgo lo incorona boss. E le disavventure penali sembrano rafforzarlo. Il suo alter ego in chiave conservatrice, Philippe de Villiers, sta ancor meglio. Le urne gli tributano il 12,38% contro un misero 25,5 spuntato dal listone governativo. E' ostile a Maastricht («adesso lo rinegozieremo», afferma), nutre simpatie ultraconservatrici anzi reazionarie, squinterna il panorama del Centro-Destra transalpino, e Balladur deve pure rendergli omaggio, malgrado la zizzania sparsa in abbondanza. L'ha fatto ieri. Era inevitabile, per ricucire uno strappo che metteva in pericolo l'Esecutivo. «Philippe de Villiers» è nella maggioranza, trancia il premier. Nessuna scomunica, qua la mano. Balladur scopre l'aritmetica. Basta fare 25+12 per accorgersi che l'«area del governo» ha quasi il 38% in tasca. La batosta diviene ragguardevole successo. E i programmi antitetici sull'Europa? un dettaglio. Il visconte vandeano può ben rallegrarsene. La dissidenza paga. Ora il figliuol prodigo de Villiers si ritrova con le mani libere. Quel 12,38% è un favoloso ticket che gli garantirebbe già il ruolo da outsider nella grande corsa per l'Eliseo. Al primo turno, quantomeno. Come Tapie, farà l'impossibile per monetizzale in temimi politici il 12 giugno'94. Gli altri si leccano le ferite. Il pcf continua la discesa verso gli inferi. «Le Monde» ne tralascia il punteggio nel sommario di prima pagina: i comunisti non fanno più notizia. E Jean-Marie Le Pen, con il 10,5%, ha da sforzarsi per sorridere. «Philippe de Villiers è un po' il nostro commesso viaggiatore, la mercanzia che espone appartiene in realtà al Front National». Vero. Ma avere il copyright originale, in politica, non giova. Da bravo «Le Pen "light"», come la Coca-Cola ipocalorica, De Villiers spopola tra i francesi bene. E i voti presi l'altro ieri non li renderà inai più ali'illusili: maestro. Enrico Benedetto Insulti in tv tra il «marsigliese» (che può perdere l'immunità) e Schwartzenberg l'oncologo che guida la Lista per Sarajevo Philippe de Villiers, il visconte antieuropeista che ha strappato il 12,38 per cento dei voti In alto, il premier inglese Major
Luoghi citati: Europa, Maastricht, Marsiglia, Parigi, Sarajevo, Strasburgo
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