Palermo l'unico sorriso di Orlando

8 Nell'isola di Sturzo e della de, Forza Italia conquista la percentuale più alta di voti con il 38,7% Palermo, l'unico sorriso di Orlando La Sicilia passa al Cavaliere PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Silvio Berlusconi fa il pieno anche in Sicilia. Nell'isola dove nacquero i popolari di Sturzo e che fu poi biancofiore con la de che qui superava il 40% e 1 milione e 200 mila voti, Forza Italia ottiene anche (alle europee a Palermo e provincia) il 38,7%, la percentuale più alta di tutte quelle avute. Un successo oltre ogni previsione per gli uomini del presidente-cavaliere che qui si chiamano Marcello Dell'Utri ma anche l'emergente sottosegretario ai Trasporti Gianfranco Miccichò. Forza Italia in Sicilia e, a guardare bene le cifre, anche in Sardegna, ha fatto una straordinaria campagna acquisti, in qualche caso senza andare troppo per il sottile con capi elettori di varie, estrazione. Ma persino i suoi più animosi avversari non possono negare che in realtà questa è un'ondata piena di entusiasmo. A Palermo diventa presidente della Provincia al primo colpo il penalista Francesco Musotto, già deputato regionale del psi e ora con Forza Italia che ha lasciato al 30 per cento l'antagonista Stefano Riva Sanseverino, docente di Elettronica e cognato di Leoluca Orlando. Berlusconi ha personalmente conquistato 288.990 preferenze contro le 149.996 di Orlando che si consola sottolineando che Palermo città e provincia restano con lui con 90 mila e più voti contro i circa 60 mila del presidente del Consiglio. «Solo io e Segni abbiamo superato Berlusconi nei nostri rispettivi collegi, e sonr; il più votato in assoluto a Palermo», dice il sindaco con un sorriso che non nasconde malinconia per l'assottigliarsi dei voti retini. Nervoso, Orlando va a Strasburgo da solo con lo slogan «L'Europa a Palermo» e si sfoga con i giornalisti che si aspettano dichiarazioni biliose. Non li delude quando spara un «non ho tempo da perdere con Occhetto» a proposito della sinistra unita. Berlusconi, optando, darà il seggio al liberale presidente dell'Unione di centro Stefano De Luca, già sottosegretario alle Finanze risultato dietro Pietro Di Prima, direttore generale della Banca Popolare di Canicattì e il farmacologo dell'Università di Catania Umberto Scapagnini, vedette della trasmissione medica di Retequattro. Fini farà posto a Nello Musumeci, presidente della Provincia di Catania e Mario Segni a Vincenzo Viola. Torna a Strasburgo Luigi Colajanni del pds, il figlio del capo partigiano «Barbato» che liberò Torino e ci va pure l'unico del ppi, l'assessore regionale al Territorio Giovanni Burtone. Si annunciano nelle comunali e nelle provinciali ballottaggi al fulmicotone fra i candidati berlusconiani e di Alleanza nazionale e sull'altro fronte quelli progressisti, quasi sempre distanziati abbondantemente. Neanche a parlare dei leghisti di Bossi: qui non esistono. A Messina per la carica di sindaco Angelo Cannona di Forza Italia, proprietario di due cliniche, e al 30 per cento contro il giudice Franco Providenti progressista al 27 per cento. Alla Provincia invece è stato eletto subito Giuseppe Buzzanca di Forza Italia e di An. Ballottaggi anche a Trapani, Siracusa, Caltanissetta, Ragusa per sindaci e presidente di Province. Quasi tutti i pronostici sono per i berlusconiani. Fra due settimane si vedrà. Antonio Ravidà