Mentana: Rai patetica, non sa perdere di Raffaella SilipoDemetrio Volcic

Mentana: Rai patetica, non sa perdere Mentana: Rai patetica, non sa perdere E Guglielmi: me ne vado se toccano «Milano, Italia» ai LA RISSA DELL'AUDIENCE LE notti elettorali portano sempre scompiglio in tv. Chi vince e chi perde, chi fa il sondaggio migliore, chi intervista prima i leader, tutto giunge a sconvolgere uomini e palinsesti. Questa volta è andata bene a Enrico Mentana, che ha battuto di un'incollatura l'accoppiata Volcic-Badaloni, con conseguenti proteste di Raiuno. Intanto Raitre, che elettoralmente non ha brillato, presenta il programma del nuovo anno e il direttore Guglielmi minaccia: se non lo accettano, me ne vado. Domenica, dunque, l'Auditel ha dato ragione a Mentana: «Speciale europee '94» su Canale 5 ha avuto una media di 2 milioni 253 mila telespettatori (18,96% di share), con una punta di 5 milioni 267 mila telespettatori. Vittoria per un soffio: il Tgl infatti è stato visto da 2 milioni 27 mila spettatori (18,70%). E la Rai non ci sta. Dirama un comunicato che sottolinea come Volcic e Badaloni «abbiano fatto un'interruzione all'I, 15 per il Tgl della notte e dunque dalle 21,50 all' 1,15 nella fascia contemporanea al Tg5 10 speciale ha avuto 2 milioni 349 mila spettatori (share 18,42%)». La distinzione, replica gelido Mentana, «è patetica, visto che in realtà in quel quarto d'ora era sempre il Tgl Notte ad andare in onda. E allora noi? Con un gap di 9 spot?». Seconda puntata. Rai: «Per alcune migliaia di telespettatori in più, 11 Tg5 dedica un lungo comunicato trionfalistico. Omettendo però, per amor di verità, che le proiezioni Abacus sono state trasmesse dal Tgl con oltre 45 minuti di anticipo rispetto alle proiezioni del Tg5». Fininvest: «Non si capisce cosa c'entri una rivendicazione di ascolti con una sulle proiezioni. Sugli ascolti siamo stati premiati dal pubblico. Se poi vogliamo discutere di sondaggi, entriamo nel merito confrontando gli exit poli di Doxa e Cirm e vediamo quale si è più avvicinato alla realtà». E «la battaglia dell'informazione stavolta non l'hanno vinta Menta- na o Fede ma il killer e ì'epurator: Taradash e Storace» accusa Giuseppe Gambale della Rete, che lamenta il generale impoverimento dell'informazione politica. «Mentre Raitre era tornata in bianco e nero (ha dato un film Anni 30), tutti i tg Fininvest trasmettevano ininterrottamente rimanendo padroni del campo, contrastati solo da un Tgl ministeriale. Perché quel Tg3 che negli ultimi anni aveva fatto scuola si è ridotto a ribollire pietanze cucinate altrove?». A dire il vero il direttore di Raitre Angelo Guglielmi di pietanze gustose sul fuoco ne ha, ma teme che non gliele lascino servire a tavola. E minaccia di andarsene, se non passerà il nuovo palinsesto, che prevede Milano, Italia al pomeriggio, dalle 18 alle 20,15, e II rosso e il nero dalle 22,30 alle 23,30. «La direzione generale ritarda a dare l'ok, e non capisco perché. Ci sono resistenze, ma escludo che ci siano valide ragioni. Potrebbero solo dirmi: "Non si può fare perché qualcuno non vuole. A questo punto non potrei che salutare e andare altrove». Nel mirino, ancora una volta, Milano, Italia: molto onore, molti nemici, per quella che il conduttore Enrico Deaglio definisce «una grande assemblea sui temi caldi». Si lamenta, Deaglio. «Sono stato attaccato, e insultato, sempre dagli stessi due o tre di An. Non sono ottimista per quello che accadrà in Italia, per l'autonomia e la libertà dell'informazione. Io forse sono il primo della lista, ho anche l'erre moscia, così potrò iscrivermi a un'altra categoria». Ma no, ma no. Il segretario della Fnsi Giorgio Santerini rassicura Deaglio: «Sono certo che non vorrà togliersi ali;.» sua età la erre francese. Certo settarismo fa parte della scuola che dice: colpirne uno per educarne cento. Ma noi giornalisti non consentiremo che resti isolato in mezzo ai venti dell'intolleranza». Raffaella Silipo Da sinistra Enrico Mentana e Demetrio Volcic A destra Emilio Fede

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