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Achille-story Achille-story Una vita in politica Giugno '88 segretario del pei; giugno 1994 l'addio al pds. Dopo sei anni al vertice di Botteghe Oscure Achille Occhetto lascia il partito, passerà alla storia come il «segretario della svolta», come il politico che ha traghettato il pei nel pds. Occhetto è infatti l'ultimo segretario del partito comunista e il primo della Quercia. Ieri ha lasciato l'incarico «incoronato» da un milione di preferenze, un record. GLI ANNI DELLA FGCI 1953-1962. Nato a Torino il 3 marzo del 1936, Occhetto frequenta alcune delle personalità più vive della politica italiana, da Cesare Pavese a Natalia Ginzburg, a Italo Calvino. A diciassette anni si iscrìve alla fgci e al pei. Nel 1961 diventa direttore del settimanale della fgci, «Nuova generazione» e chiede la riabilitazione di vecchi dirigenti bolscevichi da Zinoviev a Kamenev, da Bukarin a Trotzkij. Nel 1962 diventa segretario nazionale della fgci ed entra di diritto nella direzione nazionale del pei. Appoggia Ingrao, leader della sinistra, nello scontro contro Giorgio Amendola. Nel 1965 il partito boccia le tesi della fgci e Occhetto si sposta al centro verso Longo. A SCUOLA DA TOGLIATTI 1962-1964. Sono gli anni in cui il segretario della Fgci frequenta da vicino Togliatti. Nel 1964 è uno dei 4 oratori ufficiali della sua commemorazione insieme a Luigi Longo, Leonid Breznev e Dolores Ibarruri. Parlerà davanti ad un milione di persone: «la grandezza di un rivoluzionario è di non essere il dirigente di una parte ma il capo amato di tutto il popolo». Nel maggio del 1996 Occhetto viene eletto nella direzione del pei. L'ESPERIENZA SICILIANA 1969. Occhetto lascia Roma per Palermo dove va a «farsi le ossa» e a chiudere l'esperienza «milazziana» del pei. Nel 1969 diventa segretario provinciale del pei, tre anni dopo viene eletto segretario regionale. La linea «autonomista» è il primo «esperimento» di apertura politica alla de. A FIANCO DI BERLINGUER Enrico Berlinguer che va spesso a Palermo apprezza il lavoro svolto da Occhetto in periferia. Nel 1976 lo richiama a Roma dove entra in direzione e si occupa di scuoia e questione meridionale. Nel 1983 Enrico Berlinguer propone e ottiene il suo ingresso nella segreteria del partito e gli affida la stampa e propaganda. Da quel momento si comincia a parlare di Occhetto come di un possibile «delfino». LA COMPETIZIONE CON NATTA Dopo la morte di Barlinguer Occhetto viene «congelato» nella sua corsa alla segreteria. Il partito sceglie Alessandro Natta. Il pei accentua lo strappo da Mosca con il congresso di Firenze del 1986. Dopo il congresso Occhetto diventa il coordinatore della segreteria. LA SEGRETERIA DEL PCI Dopo le politiche del 1987 che segnano un grave insuccesso del pei, su proposta di Alessandro Natta, Occhetto viene eletto vicesegretario del pei. Una nomina contrastata dai miglioristi guidati da Giorgio Napolitano. Occhetto consolida il suo ruolo interno ricucendo il rapporto proprio con i miglioristi. Nel marzo del 1988 si sposa per la terza volta, la moglie è una senatrice del pei, Aureliana Alberici. Tre mesi dopo il comitato centrale del pei elegge Achille Occhetto segretario generale del pei al posto di Natta colpito da un grave malore nel corso della campagna elettorale. Il 18° congresso del partito lo riconferma alla segreteria. Occhetto intensifica la sua attività di collegamento con i partiti della sinistra europea. E' il primo segretario del pei a recarsi negli Stati Uniti. LA COSA NOVEMBRE 1989. Inizia la «svolta» condizionata dalla crisi dell'Est europeo che porterà alla distruzione del Muro di Berlino. Nella direzione del 14 novembre Achille Occhetto presenta una relazione nella quale propone di avviare la fondazione di una «nuova formazione politica». Alle 13 e trenta in una conferenza stampa Occhetto spiegava: «Ho sottoposto alla direzione l'idea di promuovere una costituente sulla cui base far vivere una forza politica che, in quanto nuova, cambia naturalmente anche il nome». Nasce la «cosa», il nome che accompagnerà per alcuni mesi questa nuova formazione politica senza simbolo e nome. Occhetto precisa: «Nella nostra proposta non c'è, voglio sottolinearlo, il neo-comunismo». Una proposta che suscita immediate reazioni. Il pei si divide in due: un fronte del «sì» favorevole alla proposta Occhetto e un fronte del «no» guidato dall'ex segretario Natta. Il progetto di Occhetto verrà approvato nel marzo del 1990 dal 19 congresso del pei. LA QUERCIA OTTOBRE 1990. In un'affollatissima conferenza stampa Achille Occhetto presenta la nuova formazione politica: si chiamerà partito democratico della sinistra che avrà come simbolo una quercia che sovrasta la falce e martello. La battaglia interna si accentua, si prepara il congresso di Rimini del gennaio 1991. La proposta Occhetto viene accettata con un'ampia maggioranza. A settantanni dalla nascita il partito comunista scompariva e nasceva il pds. LA PRIMA BOCCIATURA Dal congresso di Rimini Occhetto uscì malconcio. Il partito infatti approvò la trasformazione del pei in pds ma la sua candidatura alla segreteria non ottenne il quorum richiesto. Occhetto venne eletto dal consiglio nazionale convocato in tutta fretta. Il segretario aveva infatti minacciato di non accettare il mandato. LA SCISSIONE Il congresso di Rimini spacca il partito. Sergio Garavini, Armando Cossutta, Lucio l ibertini, leader del «fronte del no», in aperto dissenso con Occhetto escono dal partito e danno vita a Rifondazione Comunista che adotta come simbolo la vecchia falce e marte'lo del pei, ne seguirà una lunga guerra politica sulla questione dell'eredità del pei, sulle sedi, sul simbolo. La prima uscita elettorale del pds è del 5 aprile del 1992 alle elezioni politiche: il pds ottenne il 16,1 per cento dei voti contro il 26,6 per cento del vecchio pei. Rifondazione comunista ottenne invece il 5,6 per cento. TANGENTI E LA BOLOGNINA 2 Il ciclone Mani pulite, l'inchiesta sulla corruzione politica avviata dalla procura di Milano investe anche il pds. Finiscono in manette per ordine del giudice Di Pietro dirigenti ed amministratori locali del partito milanese, compreso il segretario cittadino. La base è disorientata, cade la «diversità» del pds su cui Occhetto e compagni avevano puntato. Il segretario del pds con un gesto ad effetto va alla Bolognina, la sezione del pds di Bologna dove avvenne il passaggio dal pei al pds e annuncia la seconda svolta, quella morale. Con un discorso pubblico Occhetto chiede scusa al popolo di sinistra e ammette: «Milano pesa come un macigno» e aggiunge: «Dalla Bolognina parte la campagna di rigenerazione del partito». I SINDACI NOVEMBRE '93. Occhetto è il promotore della grande alleanza che porterà il fronte progressista alla conquista dei sindaci delle grandi città: intese con Segni e con Rifondazione porteranno la sinistra alla conquista di Roma, Napoli, Genova, Venezia. LA GIOIOSA MACCHINA DA GUERRA Strategia vincente non si cambia. Così Occhetto presenta alle elezioni di marzo la «gioiosa macchina da guerra» formata da un'intesa politica che va da Ad a Rifondazione. Il segretario del pds è di fatto il leader del fronte progressista e in questa funzione il principale antagonista di Silvio Berlusconi. Dopo la sconfitta dal voto del 27 marzo iniziano a circolare le prime voci sulle sue dimissioni. A CURA DI Maurizio Tropeano Pompeo Colaianni un comandante partigiano che Occhetto conobbe in gioventù Palmiro Togliatti Occhetto con Enrico Berlinguer Occhetto con la moglie Aureliana Con il nuovo simbolo della Quercia Occhetto e Bettino Craxi Alessandro Natta predecessore di Occhetto alla guida del pei