Rapito per punire uno sgarro

8. Da Milano a Barletta con una banda che aveva pagato droga a suoi amici, senza riceverla Rapito per punire uno sgarro Liberato dopo 34 ore con i sequestratori BARI NOSTRO SERVÌZIO Rapito a Milano, è stato liberato a Barletta dopo 34 ore trascorse in auto, faccia a faccia con i suoi sequestratori, componenti di una banda pugliese un po' maldestra che, raggirata dagli spacciatori lombardi (hashish pagato e mai ricevuto), contava di rifarsi con il ragazzo che glieli aveva indicati. La banda voleva costringere la sua famiglia a versare un riscatto di 36 milioni. La prigionia di Luca Della Rovere, 20 anni, studente universitario attualmente militare di leva in servizio all'aeroporto di Linate, è terminata ieri mattina all'alba. Avrebbe potuto rimetterci la vita. Poiché non è mai stato bendato, ha visto bene in volto i suoi carcerieri. La polizia ne ha fermati sei. Speravano di intascare la somma, ma quando hanno liberato l'ostaggio, prima ancora di ottenere il riscatto, sono stati assaliti dagli agenti che avevano circondato la zona. Tra i sei giovani finiti in carcere - alcuni dei quali affiliati a un clan malavitoso pugliese - c'è Domenico Santeramo, 21 anni, barattano incensurato, aviere in servizio all'aeroporto di Bari-Palese. Era stato lui, conoscendolo bene, a prendere contatti con Luca Della Rovere. Alcuni amici di Barletta - gli aveva raccontato qualche giorno fa - volevano acquistare hashish, ma non sapeva- no a chi rivolgersi né in quali ambienti milanesi la droga circolasse. Credendo che il suo compito sarebbe finito lì, cioè nel mettere il commilitone sulla pista giusta, lo studente aveva detto di sì. Perduti i 36 milioni, che i trafficanti milanesi hanno incassato - senza però consegnare l'hashish - la banda pugliese ha deciso di recuperarli sequestrando Luca. Il giovane è scomparso venerdì sera. Ricevuta una telefonata intorno alle 19,30, ha detto ai genitori che andava a casa di un amico. A tarda sera, quando non l'ha visto rincasare e ha verificato che dall'amico non era mai arrivato, il papà Guido, impiegato comunale, si è allarmato. Ha avuto la conferma che qualcosa di grave era accaduto alle 2,30, quando il telefono ha squillato e una voce ha detto che Luca era stato rapito. Lo stesso ragazzo, subito dopo, li ha implorati al telefono. Il genitore del giovane ha denunciato tutto alla questura dopo pochi minuti facendo scattare il piano degli investigatori. Su decisione del sostituto procuratore della Repubblica, Gemma Gualdi, il telefono di casa Della Rovere è stato messo sotto controllo. Una mossa determinante visto che un paio di telefonate sono arrivate. L'ultima, ieri alle 19. I rapitori hanno fissato l'incontro per il pagamento del riscatto: domenica mattina, alle 5,30, alla periferia di Barletta. A bordo di una Audi 100, i familiari di Luca sono partiti per la Puglia scortati da alcune auto della questura di Milano. Arrivata nel luogo indicato per il pagamento del riscatto, l'Audi, sulla quale c'era il fratello di Luca, Gianfranco, è stata affiancata da una Renault Clio. I tre rapitori che erano a bordo hanno chiesto la consegna del danaro. Il fratello del sequestrato ha posto come condizione l'immediato rilascio dell'ostaggio. Condizione accettata. La Clio si è così allontanata e, poco dopo, Luca Della Rovere è comparso in lontananza. A piedi ha raggiunto il fratello, lo ha abbracciato. I sequestratori, insospettiti dall'inconsueto via vai di auto, hanno capito di essere circondati e hanno tentato la fuga, ma sono stati bloccati. La cattura è avvenuta in due tempi. Prima sono stati fermati Oronzo Coltellino e Andrea Messinese, di 21 e 26 anni, Francesco Papeo e Giovanni Filannino, di 21 e 22 anni. Questi ultimi due, pregiudicati come gli altri, sono molto vicini al clan barlettano dei Cannito, dedito alle estorsioni e al traffico di droga. Durante la prigionia, lo studente è passato da un'auto all'altra sotto la minaccia di una pistola, ed è stato zittito con qualche ceffone quando ha cercato di fare resistenza. Parlando di «sequestro anomalo», il capo della squadra mobile di Milano, Nino D'Amato, ne ha messo in evidenza la pericolosità per la vittima, che conosceva perfettamente i suoi aguzzini e «ha rischiato di essere ucciso perché non li denunciasse». Sandro Tarantino d Hanno chiesto alla sua famiglia trentasei milioni di riscatto I carcerieri erano a viso scoperto l'avrebbero ammazzato d A destra Luca Della Rovere, 20 anni, vittima di un sequestrolampo. A sinistra, uno dei rapitori

Luoghi citati: Bari, Barletta, Milano, Puglia