L'agnellino da grembo di lady Veronica di Filippo Ceccarelli

L'agnellino da grembo di lady Veronica IL EPALAZZO L'agnellino da grembo di lady Veronica 15 I^m OTTA e nsposta di coperta ne, con animale funzionale. Epoca ci ha messo la bella moglie del presidente del Consiglio, Veronica Lario, con un candido, tenero agnellino in braccio. Il Venerdì di Repubblica risponde con Sabina Guzzanti che fa Veronica: stesso vestito, stesso trucco, stessi colori, stesso sguardo incantato. L'unica differenza sta nell'animale: invece della pecorella tiene in grembo un'orrida cernia, dall'occhio vitreo e la bocca spalancata, avvolta per giunta in una specie di copertina di lana rossa. L'agnellino di Veronica ispira tenerezza e proietta senz'altro il personaggio in una dimensione affascinante, rarefatta, struggente, persino magica. Il pescione della Guzzanti, al contrario, estende parodisticamente, provocatoriamente, il ribrezzo alla persona che lo stringe al petto. Amare gli animali, beninteso, non è una colpa. E di sicuro li ama il senatore Franco Zeffirelli che ha presentato un disegno di legge per la tutela dei randagi e anche per questo si trova raffigurato su Oggi mentre accarezza, legittimamente intenerito, un gattino persiano. Eppure la sensazione è che anche in Italia - peggio tardi che mai - la politica, il potere, in modo più preciso la comunicazione politica messa al servizio del potere abbia scoperto le possibilità di influenza e condizionamento degli animali. Quel sovrappiù di tenerezza, quel complemento d'immagine positiva che riescono a trasmettere nel pubblico più indifeso una volta messi lì, accanto, ai piedi, in braccio al soggetto pubblico che s'intende valorizzare, umanizzare, lanciare - come sembra sia il caso della moglie del presidente del Consiglio - nella stratosfera di un sogno agreste, quasi senza tempo. Prepararsi dunque a un diluvio di cuccioli, di bestie e bestiole - con la probabile eccezione di anfibi e rettili - come estremo ritrovato di persuasione politica Non che sia una novità as soluta: basti pensare alla fo uca, Ni I solu to di Mussolini in bombetta che accarezza coraggiosamente un leoncino; come pure, in anni più recenti, ad ingenue performances tipo Enrico Manca ritratto a cavallo o la figlia di De Mita con lo yorkshire. E tuttavia quel che si nota adesso è la piena coscienza dell'effetto e l'utilizzo mirato dell'animaletto grazioso e benigno in senso emozionale. Non per essere troppo analiticamente maliziosi, infatti, ma nel servizio di Epoca, di meticolosa professionalità, la signora e i piccoli Berlusconi sono attorniati anche da capre, caprette, cavalli, tutti assai puliti, forse profumati, e comunque non tanto diversi dagli animali di peluche della casa. L'intervista a Veronica inizia con la questione se sia giusto o no chiamare «Figlio del Sole» il vitellino appena nato. «I conigli passeggiano per casa rivela - e ogni tanto uno s'infila nel mobile di cucina». E pare di vederlo, quell'adorabile batuffoletto che verrà preso in braccio con cura. Non certo per le orecchie, come invece faceva Cirino Pomicino. Che magari voleva bene pure lui agli animali e pure lui sollevava conigli e nutriva polli davanti all'obiettivo, cercando di trarre qualche utile dalla messinscena country, ma era un primitivo. Il punto è che solo con Berlusconi, con la cura impiegata nel montaggio dello spettacolo politico a fini seduttivi, Macherio si allinea alla Casa Bianca dove c'è sempre un cane, un gatto, un pony presidenziale. Solo ora può comparire in Italia l'agnellino da grembo. Quello stesso che i politici della Prima Repubblica si mangiavano e basta. Filippo Ceccarelli elfi

Persone citate: Berlusconi, Cirino Pomicino, De Mita, Enrico Manca, Franco Zeffirelli, Guzzanti, Mussolini, Sabina Guzzanti, Veronica Lario

Luoghi citati: Italia, Macherio