La Jervolino: continuiamo a esistere

La Jervolino: continuiamo a esistere La Jervolino: continuiamo a esistere Ma Formigoni boccia ilppi: cambiare subito politica ROMA. Primum sopravvivere. Gli eredi della tradizione democristiana, costretti a lottare per mettere in salvo quel che rimane del partito, tirano un sospiro di sollievo, anche se continuano a perdere voti e consensi. Il tracollo non c'è stato. Almeno secondo le proiezioni. E basta questo per far sorridere Rosa Russo Jervolino: «Siamo soddisfatti - spiega - per la sostanziale tenuta. E' andata abbastanza bene. Gli elettori hanno premiato la nostra linea, equilibrata e dignitosa. Ci hanno dato ragione». A piazza del Gesù la reggente e pochi altri dirigenti presidiano la sede del ppi. Palazzo Cenci Bolognetti ha conosciuto tempi migliori. La Jervolino e i suoi colleghi di partito anche. Ma da allora ne è passata di acqua sotto i ponti. Ciò che resta di quella che fu la de è lo zoccolo duro. E ai popolari va bene così. «Ci basta che il partito si assesti in¬ torno al nove per cento», spiegava qualche ora prima della chiusura dei seggi Michelangelo Agrusti. Già, è questa la «soglia della salvezza» per il ppi. E perciò i primi exit poli consentono a Sergio Mattarella di dire che quella dei popolari «è una flessione marginale». Il direttore del «Popolo» minimizza. Rosy Bindi dichiara che «dopo questi risultati la linea non va cambiata». Però la Jervolino tradisce un certo nervosismo quando, con stile perfettamente pannelliano, polemizza con le tv che non danno spazio al suo partito. In realtà i tre sanno che, dopo questo risultato, è inevitabile che Buttiglione torni a reclamare la segreteria. Infatti, è vero che non c'è stato il tracollo. Ma la linea politica della sinistra interna non ha prodotto frutti. Andreatta, Bindi, Mattarella, Jervolino si sono opposti al filosofo e a quanti chiedeva¬ no una correzione di rotta. E hanno gestito il partito per conto loro. Da ora in poi sarà ancora possibile? Il già esangue ppi è disposto a subire un'altra scissione? Perché Roberto Formigoni a questa possibilità ci sta pensando seriamente. Ha intenzione di dire addio ai «popolari» se il congresso, previsto per metà luglio, slitterà in autunno. Ed è pronto a fare i bagagli pure nel caso in cui le assise nazio- nali non verranno rinviate, se Buttiglione non sarà eletto segretario. Lo «strappo» potrebbe consumarsi in agosto, al meeting di Rimini. Dovrebbe essere quella la platea scelta dall'ex leader del movimento popolare per sancire la rottura con il suo partito. E' inquieto, Formigoni: «Il ppi - dice, andando contro corrente - ha subito una perdita secca. Abbiamo scontato l'assenza totale di leadership e l'inadeguatezza di linea politica. E così abbiamo perso il 20 per cento dei nostri elettori. Occorre un'inversione di rotta, perché se andiamo avanti in questo modo non arriviamo alle amministrative del prossimo anno». La Jervolino legge queste dichiarazioni e si arrabbia. Dà a Formigoni del «disfattista», ma l'esponente del ppi sembra deciso a tirare dritto, senza cercare mediazioni. Tant'è vero che ha sparato subito contro l'ipotesi di compromesso ventilata da una parte della sinistra interna: una soluzione che risponde alla logica di tenere ancora insieme tutto il partito. E che consiste nell'affidare la segreteria a Buttiglione, affiancandogli però un presidente come De Mita o Mancino. Formigoni non è il solo a criticare la linea del ppi. Anche Buttiglione si sente a disagio dentro questo nuovo partito popolare barricadero. Spiega Agrusti, uno dei suoi sponsor: «Qui c'è gente che ormai ripete le stesse cose che dice Occhetto, in questo modo perdiamo la nostra identità». Ma se questo risultato, che non è né carne né pesce, verrà confermato, è probabile che le due anime del ppi dovranno venire a patti, magari optando, con buona pace di Formigoni, per l'ipotesi di compromesso proposta dai demitiani. E allora che cosa farà l'ex leader del movimento popolare? Maria Teresa Meli L'ex leader del Movimento popolare pronto ad andarsene se Buttiglione non diventa segretario

Luoghi citati: Rimini, Roma