Il miglior amico dell'uomo? Il gatto

Venezia, studiosi a convegno: «E' una moda in continua crescita, il cane ha perso il suo tradizionale primato» Venezia, studiosi a convegno: «E' una moda in continua crescita, il cane ha perso il suo tradizionale primato» Il miglior amico dell'uomo? Il gatto «Le giovani coppie lo preferiscono a un figlio» SE IL CUORE FA MIAO 3 VENEZIA ,1 L gatto? E' il migliore amico H dell'uomo. Tanto bravo, che per le giovani coppie diventa il surrogato del figlio che non hanno o che non vogliono. «Placherò i miei istinti materni con un gattino?», scriveva a Violet Dickinson Virginia Woolf. Ha perfino caratteristiche curative, il gatto: induce emozioni. E ormai sembra avviato a rimpiazzare il cane. «Sì, c'è questa nuova moda», ammette Fulco Pratesi, presidente del Wwf. Lui è d'accordo. Sono d'accordo tutti quei professoroni che si sono radunati alla Fondazione Cini, uno dei templi sacri della cultura, per un austero simposio dal tema impegnativo: «Il gatto e l'uomo». Ci sono testimonial di grido, con i loro pensierini. L'attrice comica Siusy Blady: «Per dirla con lo slogan di una pubblicità, un gatto è per sempre». Krizia, stilista: «Ho sempre avuto con loro un rapporto di odio e amore». Gino Paoli, cantautore: «I gatti sono la parte integrante della mia vita». Key Sandwick, conduttrice televisiva: «Cosa rappresenta la mia gatta? Lo dice il suo nome, Shibumi, che in giapponese significa pace spirituale e beatitudine». Ornella Vanoni, cantante: «Sono persino arrivata a salutare dicendo miao». Insomma, il gatto va preso sul serio. E' qui da prima dell'uomo, cinquanta milioni di anni, secondo i paleontologi. Gli egizi ne avevano fatto una divinità: il GattoLuce o Grande Maschio, e la dea gatta Bastet, figlia di Iside e Osiride, simbolo di maternità, medicina, magia, musica e arte. E dovevano amarlo moltissimo, visto che ne sono state trovate trecentomila salme imbalsamate. Il ministro Richelieu, dominatore della corte di Francia nella prima metà del Seicento, lasciò l'eredità ai suoi 14 gatti. Durante l'epoca vittoriana, era famosa la coppia di gatti donata dal re del Siam al console inglese di Bangkok. Micetto, il gatto di papa Leone XII, lo seguiva dovunque protetto dal mantello papale. Jock, il gatto di Winston Churchill, è stato lasciato in eredità allo Stato inglese insieme alia fastosa residenza del Kent dove oggi vive ancora il suo discendente Jock III. E l'ultimo gatto famoso è Socks, quello dei Clinton, epigono dei vari Flippers di Roosvelt, Tabby di Lincoln, Shan dei Ford. Miti, religioni e culture hanno visto nel felino, spesso assurto a dio assoluto, l'incarnazione di potenze misteriose. La magia: le streghe hanno sempre un gatto nero. La superstizione: il gatto nero va sempre scansato, anche da chi non ci crede. La meditazione: il gatto ispira opere e filosofia. La consolazione: «la vita con un gatto ripaga», parola di Rainer Maria Rilke, che forse lo preferiva a Marina Cvetaeva. L'orrore, come racconta Edgar Allan Poe: «Un giorno, mentre mi stavo recando in cantina, il gatto mi inseguì, facendomi quasi cadere. Alzai un'accetta per colpirlo definitivamente. Ma il colpo fu fermato da mia moglie. Acceso da questo intervento di una rabbia più che demoniaca, sottrassi il braccio dalla stretta e le spaccai la testa con l'accetta. Essa cadde sul posto senza emettere un gemito». Mario Lollo Il gatto: tra le mura domestiche ha soppiantato il cane

Luoghi citati: Bangkok, Francia, Lincoln, Venezia