«Armata Rossa addio e senza rimpianti» di Emanuele Novazio

I tedeschi accusano: dal quartier generale russo traffici di armi e di droga in combutta con la mafia BERLINO I tedeschi accusano: dal quartier generale russo traffici di armi e di droga in combutta con la mafia «Armata Rossa addio, e senza rimpianti» Gli ultimi soldati abbandonano la Germania tra le polemiche BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Alla festa di addio e alla parata di ieri pomeriggio c'erano pochi militari, al quartier generale russo di Wuensdorf: quello che, per oltre quarant'anni, è stato il più temuto distaccamento dell'«Armata Rossa» fuori dei confini ospita, ormai, seimila soldati appena; e anche loro se andranno entro il 31 agosto, secondo gli accordi firmati da Boris Eltsin e dal cancelliere Kohl. Per la prima volta, ieri, anche la popolazione ha potuto entrare nel «recinto meglio protetto d'Europa», come si diceva un tempo. Ma la fortezza vasta quanto una città che - negli anni della guerra fredda e del Muro - ha ospitato fino a 500 mila soldati d'elite, divisioni Panzer e mille Mig (due anni fa c'erano ancora trecentomila uomini), conserverà a lungo un fascino sinistro: troppi sospetti, troppi misteri e troppi rancori accompagnano il ritiro delle truppe russe dal territorio dell'ex Germania orientale. Le accuse più severe e gravi - le più recenti, anche - parlano di cri¬ mine organizzato e di contatti con la mafia russa tenuti da alti ufficiali: secondo quanto rivelato dalla «Welt», i servizi segreti tedeschi avrebbero le prove che nei traffici illegali sono coinvolti maggiori, colonnelli e generali. Citando rapporti confidenziali, il quotidiano ha parlato esplicitamente di una «quinta colonna» che da tempo opererebbe indisturbata nelle caserme russe: grazie alla protezione del gruppo di ufficiali, dopo la caduta del Muro avrebbe diretto un vasto e sistematico contrabbando di droga, di sigarette e armi, e avrebbe accumulato somme ingenti attraverso la corruzione delle ditte fornitrici. Le indagini tuttavia non hanno avuto seguito: fino al ritiro i soldati di Mosca hanno assoluta libertà d'azione e le caserme godono dell'extraterritorialità. Lo Stato e la magistratura tedesca non hanno poteri, a Wuensdorf: soltanto i giudici russi potrebbero intervenire, ma sono in molti a dubitare che riusciranno a farlo. Voci di corruzione e insabbiamenti arrivano regolarmente a Bonn: di recente è stato sostituito il re- sponsabile delle indagini sul «Gruppo occidentale», Juri Boldirev, che avrebbe chiesto la destituzione del comandante delle truppe in Germania, generale Matvej Burlakov. Altri sospetti si sono addensati sulla guarnigione, nei quattro anni di esistenza anfibia che ha fatto seguito alla caduta del Muro e di Erich Honecker. Questo esercito distaccato in uno Stato che non esiste più - a tener d'occhio un nemico diventato all'improvviso l'ospite desideroso dell'addio - a torto o ragione è al centro di episodi oscuri che hanno accentuato la diffidenza della popolazione, ansiosa di manifestare la propria irritazione dopo anni di «occupazione militare». Aggressioni, furti, voci di molestie sessuali forse legate all'alcol hanno provocato molti incidenti: ne sono nate in¬ comprensioni tenaci che le notizie sui traffici di droga e armi - organizzati qualche volta anche dalla truppa in cerca di un po' di marchi, prima di tornare in patria hanno forse esasperato. E poi ci sono i danni all'ambiente: poligoni di tiro e depositi d'armi diventati fogne ecologiche. C'è il sospetto traffico d'uranio: il carico intercettato di recente a Stoccarda arrivava da Mosca, e a tenere i contatti fra la mafia russa e i compratori sarebbero stati ancora una volta uomini del «Gruppo occidentale». C'è la sparizione misteriosa di un'enorme quantità di munizioni, rivelala questa volta dalla «Faz»: dai depositi dell'ex Armata Rossa sono scomparse oltre 81 mila tonnellate di munizioni ed esplosivo, tante da riempire 4000 vagoni. Dove sono, chi le ha prese e nascoste?, si chiedono i servizi tedeschi, che ne considerano «impossibile» l'impiego per le esercitazioni: per utilizzarle tutte, i soldati russi avrebbero dovuto sparare per settimane 24 ore al giorno. Emanuele Novazio Soldati russi assistono alla parata di addio ieri alla base di Wuensdorf

Persone citate: Boris Eltsin, Erich Honecker, Juri Boldirev, Kohl, Matvej Burlakov, Panzer

Luoghi citati: Berlino, Bonn, Europa, Germania, Mosca, Stoccarda, Wuensdorf