Boss ostaggi di una passione

Boss ostaggi di una passione Boss ostaggi di una passione Le evasioni rosa di Mesina e Vallanzasca CHERCHEZ LA FEMME SONO tante, non sempre bellissime, eppure a modo loro fatali, le donne che sono state raggiunte dopo una più o meno rocambolesca fuga dal carcere. Una breve vacanza d'amore, in un contesto che, per forza di cose, si rivela in genere più casalingo e pantofolaio che romantico e avventuroso. Un nuovo, brusco distacco. E, quasi sempre, un'accusa di favoreggiamento. Chissà se ne valeva la pena. Eccole, protagoniste per un giorno, balzare agli onori della cronaca nera a fianco dell'uomo amato. Valeria. Per trascorrere una settimana al suo fianco, l'ergastolano Graziano Mesina non rientra da un permesso di dodici ore, accordatogli per fare visita alla madre. E' il 20 aprile del 1985, alle tre di notte, quando i carabinieri, casco e giubbotto antiproiettile, li trovano, in un modesto appartamento di Vigevano. La coppia sta dormendo: l'ex re del Supramonte ha indosso solo un paio di slip; la «fernine fatale», la ventinovenne Valeria, descrit- ta come una ragazza timida, lo sguardo un po' miope sotto grandi occhiali, è vestita di tutto punto, pantaloni verdi e maglione grigio. Dopo la breve fuga, Grazianeddu torna appagato a Porto Azzurro. «Forse sarebbe tornato lo stesso», diranno i carabinieri, «se non lo avessimo trovato noi». Luana. Nella pensione «Uliana» di Grado, gestione familiare, finisce la rocambolesca fuga di Renato Vallanzasca, scappato dall'oblò di un traghetto Tirrenia. Lo tradisce una telefonata, con la quale una donna gli comunica che a Grado Luana lo aspetta. Lei ha ventisei anni, e un bambino di sette, Renatino, forse figlio della «primula rossa». Lui non resiste al richiamo, e dopo qualche giorno da leone in Costa Azzurra decide di raggiungere la donna. Così viene arrestato. Laura. E' la compagna di Matteo Boe, re dell'«Anonima». Lui era fuggito nell'86 dall'Asinara, e viene ricatturato in Corsica nel '92. Lo ha tradito il desiderio d'incontrare la donna, incinta, e i due figlioletti di 5 e 2 anni, e di trascorrere con loro una tran¬ quilla vacanza al mare. Monica. Per trascorrere gli ultimi mesi di vita al suo fianco, fugge Francesco Ambrosio, ammalato di Aids allo stadio terminale, agli arresti domiciliari in un paesino in provincia di Potenza. E' il maggio del 1993, e la sua storia commuove l'Italia. Francesco attraversa l'Italia in treno, e riesce a coronare il suo sogno d'amore: rivedere la ragazza, ex tossicodipendente riparata in una comunità di Reggio Emilia. Giuseppina. Nell'estate del '93 evade dal carcere di Napoli il camorrista pentito Mauro Marra. Usa un telefono cellulare per tenersi in contatto con i magistrati e la questura e spiegare che la sua è un'evasione «per motivi personali»: «Mia moglie mi tradiva». Con questo rovello, in carcere non ci poteva proprio stare. Cosi ha pensato di uscire e recarsi di persona da Giuseppina, per sistemare le cose a modo suo: costringendo la donna a condividere con lui alcuni giorni di fuga. Non proprio romantica, [r. cri.] Graziano Mesina e René Vallanzasca, due protagonisti di evasioni per amore

Persone citate: Francesco Ambrosio, Grado Luana, Graziano Mesina, Matteo Boe, Mauro Marra, Mesina, Renato Vallanzasca, René Vallanzasca, Vallanzasca

Luoghi citati: Grado, Italia, Napoli, Porto Azzurro, Potenza, Reggio Emilia, Vigevano