Licenziata l'operaia di Venafro

Licenziata l'operaia di Venafro Licenziata l'operaia di Venafro Ma ora il vescovo di Isernia la difende CAMPOBASSO. L'operaia-sindacalista di Venafro, Rita Cotugno, è stata licenziata: non potrà più fare le pulizie nell'ospedale locale. E c'è di più: rischia anche una condanna per diffamazione. E' questo il verdetto della ditta Ecotop, che l'aveva sospesa, in seguito alla denuncia scritta di 13 colleghe, per «comportamento antisindacale». Ma, questa Cotugno, madre di tre figli, che cosa pretendeva? Quattro mensilità arretrate, la tredicesima e la quattordicesima: «Con un marito in cassa integrazione e tre bambini da mantenere - si è giustificata l'operaia - non posso permettermi di restare quattro mesi senza stipendio». Una vicenda paradossale, e le reazioni non si sono fatte attendere. E' arrivato l'appoggio dei sindacati, e persino la solidarietà del vescovo di Isernia, monsignor Andrea Gemma. Per il segretario provinciale della Cgil, Carlo Onorato, «ima sede aziendale si è trasformata in aula di tribunale. In questo modo un contratto di lavoro si trasforma in un contratto di schiavitù». E intanto alla Cisl di Isernia si prepara il contrattacco: «Ci mobiliteremo unitariamente, tutto il paese civile sarà chiamato a dare un giudizio e una risposta». Pronto alla guerra anche il vescovo di Isernia: «La chiesa è sempre dalla parte dei più deboli. Interverrò personalmente per far affermare il diritto al lavoro e alla dignità della persona». E i colleghi? Sono divisi. Le 13 dipendenti che hanno denunciato la donna per comportamento antiaziendale sono irremovibili: «Abbiamo fatto il nostro dovere». Ma gli altri - una ventina non ci stanno: «La Cotugno ha pagato un duro prezzo per tutelare i diritti di tutti i lavoratori». [a. vig.l

Persone citate: Andrea Gemma, Carlo Onorato, Cotugno, Rita Cotugno

Luoghi citati: Campobasso, Isernia, Venafro