Bankitalia chiama il governo di Stefano Lepri

Bankitalia chiama il governo Bankitalia chiama il governo Sotto accusa è la spesa pubblica non la previdenza e il personale PERUGIA DAL NOSTRO INVIATO «Decine di migliaia di miliardi di sprechi» si possono scoprire nella spesa pubblica, perfezionando gli strumenti di controllo, dice il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio. Ne è convinto, ripete la cifra. Nel momento in cui le previsioni sulla finanza pubblica volgono nuovamente al brutto, l'indicazione acquista di importanza. Dove sono questi sprechi? Dappertutto, risponde Fazio, in quella quota della spesa (un quarto circa) che non è né per il personale, né per le pensioni (che bisogna tagliare, ma è un altro discorso) né per gli interessi sul debito. Si intende: su sanità, forniture di beni e servizi, appalti, spese di funzionamento. Per l'appunto il governatore presentava alla stampa i risultati di un convegno sui controlli alla spesa pubblica: quei controlli che non hanno saputo impedire Tangentopoli ma, si spera, saranno più efficaci nel futuro. Un'indicazione anti-tangenti viene fuori forte: la nuova legge sugli appalti, che dovrà sostituire la «Merloni», secondo Fazio dovrà poggiare su due capisaldi: «Una vera concorrenza sui prezzi, con un reale sistema di asta, e una progettazione dettagliata». La Banca d'Italia stessa, nel realizzare il suo nuovo complesso di Vermicino, chiedendo una riprogettazione dettagliata ha risparmiato un miliardo su 6 e ottenuto migliori garanzie di sicurezza. Si capisce che tra i tecnici e gli studiosi vi sono pareri discordanti sulla scelta del nuovo governo di sospendere sia la legge Merloni sia la normativa Cassese che tentava di risparmiare sulle forniture allo Stato. Quanti anni ci vorranno prima che si possano controllare gli acquisti dello Stato con liste di prezzi «congrui» rilevati sul mercato? Paolo Germani, alto dirigente della Ragioneria generale dello Stato (da sempre scettica in materia) ha sottolineato che «finora di questi prezzi non ne è venuto fuori nemmeno uno»; giudica le norme Cassese «una reazione emotiva, non ponderata bene». Tutti sono d'accordo, comunque, che c'è moltissimo da fare. Durante il convegno l'economista Marco Vitale, assessore a Milano, ha stimato con sicurezza nel 30% il potenziale di produttività da recuperare all'interno dell'amministrazione del Comune. Ma una gestione efficiente non si realizza dall'oggi al domani. E, secondo il presidente della Corte dei conti Giuseppe Carbone, i guadagni di produttività andrebbero indirizzati a dare un miglior servizio ai cittadini piuttosto che a ridurre il deficit. Un importante contributo a scoprire le inefficienze lo dovrebbe dare la riforma della Corte dei conti, in vigore dall'inizio dell'anno: Carbone è fiducioso che funzionerà. Ma Vito Tanzi, l'ita* lo-americano che dirige il dipartimento fiscale del Fondo monetario, ha obiettato che per scoprire le inefficienze servono «revisori dei conti, ingegneri, economisti», non giuristi; e che «in gran parte dei Paesi analizzati il controllo è effettuato da un'autorità indipendente che riferisce al Parlamento». Sì, l'esigenza di un organo di controllo davvero indipendente è sentita: «O nuovo, o una ragioneria riformata» sintetizza l'economista Maria Teresa Salvemini. Fazio, che era affiancato dal vicedirettore generale Tommaso Padoa-Schioppa, è soprattutto preoccupato della scarsa manovrabilità della spesa pubblica nell'equilibrio finanziario del Paese. Trapela infatti che nelle previsioni sui conti dello Stato, dopo l'ottimismo di giorni fa (la ripresa potrebbe ridurre il deficit '94 da 159.000 a 152-154.000 miliardi) si torna a vedere cupo. I fattori di preoccupazione sono: 1) il rialzo dei tassi di interesse (4000 miliardi in più?); 2) il cattivo andamento del gettito fiscale, 3) la sentenza della Corte Costituzionale sull'Inps; 4) nuovi disavanzi sommersi della sanità. Stefano Lepri II ministro Clemente Mastella

Persone citate: Antonio Fazio, Cassese, Clemente Mastella, Giuseppe Carbone, Marco Vitale, Maria Teresa Salvemini, Paolo Germani, Tommaso Padoa-schioppa, Vito Tanzi

Luoghi citati: Milano, Perugia