GLI STOLTI AMMUTINATI A STRASBURGO

LA STAMPA GLI STOLTI AMMUTINATI A STRASBURGO già visibile. E' visibile in Germania, che fino a ieri era una nazione dimezzata, che ha appena riconquistato la sovranirà con la caduta del Muro, e che fatica improvvisamente a perdere quel che ha appena riguadagnato. E per la prima volta c'è risentimento anche in Italia, nel Paese che ancor ieri era l'equipaggio più diligente della barca europea, e il più assiduo, il meno incline a ammutinarsi. Questa è la novità più interessante delle elezioni europee in Italia. Questo sotterraneo fastidio provato nei confronti delle autorità europee; questa sensazione diffusa che l'Europa ci tratti come dei lacche, dei valletti; questa voglia di far vedere che come nazione siamo grandi anche noi; questo desiderio - anche - di rompere con certe bigotterie, con certe ipo¬ crisie europciste del passato. Il fenomeno è nuovo, e son nuovi anche i soggetti del malcontento: per la prima volta il risentimento e la stanchezza d'Europa nascono a destra, si nutrono di una cultura di destra. Per la prima volta l'illusione del non allineamento, di una Terza via (non più internazionalista, ma nazionale), abbandona il campo delle sinistre e trasloca in quello liberale e di destra. Le sinistre perdono il monopolio che per molto tempo, fino alla metà degli Anni Settanta, esercitavano sull'antieuropeismo, e anche sull'antioccidentalismo: la bandiera è ripresa da Fini, la polemica contro la cultura occidentale o l'Europa atlantica o la tecnocrazia di Bruxelles è fatta propria dalle nuove destre. Le diffidenze europee nei confronti del governo Berlu¬ sconi hanno acceso 1 risentimenti in Italia, e l'inorgoglimento degli umiliati. Con che diritto ci considerano una democrazia inquietante, visto che democraticamente abbiamo scelto la nostra nuova maggioranza? Così si domandano in molti, e abbastanza ingiustamente accusano l'Europa di parteggiare per il vecchio regime di corruzione. Molti cominciano a vedere nell'Europa un ostacolo, una sorta di complotto cosmopolita-internazionalista contro la ricostruzione italiana. Un'accusa assai ingiusta, perche grande è stata l'ammirazione nei Paesi europei per l'operazione Mani pulite, grande è stato il timore che Mani pulite avrebbe profittato solo a comunisti e postcomunisti. Il ministro degli Interni francese, Pasqua, parlò perfino di un «colpo di Stato comunista», a proposito di Mani pulite. Non c'è diffidenza verso il Nuovo. C'è diffidenza verso un governo che senza complessi include i postfascisti, e legittima discorsi neofascisti, e si atteggia a nazione che segue solo le proprie volontà, i propri istinti, che obbedisce solo a quel che chiedono i sondaggi, e la cosiddetta Gente. Incute timori l'aspetto plebiscitario che può assumere la democrazia italiana: perché democrazie siffatte solo apparentemente liberano le energie individuali e liberali, solo apparentemente diminuiscono il peso degli Stati centrali. Le democrazie plebiscitarie esagerano i difetti del suffragio universale, e in realtà rafforzano smisuratamente gli Stati centrali: anche per questo è nata l'Europa, dopo la guerra. A simili timori si può anche rispondere alzando le spalle, con fiero sussiego. Si può rispondere alla maniera inglese, o imitando il De Gaulle degli Anni Sessanta. Si può fare tutto questo, ma a condizione di sa¬ pere quel che si fa, e il momento in cui lo si fa. A condizione di sapere che tutta questa esibizione di forza è un teatro di illusioni, senza rapporto alcuno con la realtà. Non è vero che l'Inghilterra ha più peso, grazie alla sua separatezza: nelle decisioni europee non conta quasi più nulla. Non è vero che si può imitare De Gaulle: l'America celebra il D-Day ma sta lasciando l'Europa, la pace fredda è finita e cominciano nel nostro continente le guerre calde. E le cortesie romane di Clinton denotano forse più disinteresse, che approvazione. Vero è di contro che l'Europa può esserci molto utile: con tutte le sue diffidenze. Utile anche e soprattutto a Berlusconi. La sua funzione è infatti di correggere gli eccessi delle democrazie plebiscitarie, di scongiurare democrazie popolari di ogni tipo, di ignorare se necessario i sondaggi, di edificare le politiche prescindendo a volte dai numeri. La sua funzione è di abituare piano piano i popoli a vedere la realtà, a uscire dall'il¬ lusione: non esiste la possibilità di fare da sé, non solo la Comunità ma unche le singole nazioni sono degli individui mancati, patologicamente incompleti. Berlusconi stesso ha interesse a combattere i demoni plebiscitari. Cosa farà il giorno in cui vorrà imporre discipline e sacrifici, e si troverà di fronte sondaggi fortemente ostili? Siccome è un politico democratico farà come Mitterrand nell'83, come Kohl quando si è deciso a dire ai tedeschi i costi dell'unificazione. Dovrà correre il rischio di dire la verità, di divenire impopolare, e in quel preciso momento avrà un grandissimo bisogno d'Europa. Ne hanno bisogno tutti i sovrani europei che desiderano decidere, e non solo essere dei leader. Ne avrà bisogno l'Italia, nazione forte più dei propri individui, che del proprio Stato. L'ammutinamento è un espediente degli umiliati, degli sconfitti: è suicida, oltre che fasullo. Barbarba Spinelli

Persone citate: Berlusconi, Clinton, De Gaulle, Kohl, Mitterrand