Renzo, ma quanto chiacchieravi di Maurizio Lupo

Renzo, ma quanto chiacchieravi Renzo, ma quanto chiacchieravi // computer svela i segreti dei «Promessi Sposi» buon parere, sollevarle l'animo...». E gli intellettuali? Sono proprio loro a parlare di meno nei Promessi Sposi, Azzeccagarbugli si accontenta di ingannare Renzo con il suo linguaggio astniso, e, per altezza d'eloquio, lo segue il cardinal Federigo, che s'umilia dinanzi a Dio come «servo inutile, «pastore sonnolento». Nulla sfugge al computer: anche qualche «panno» non «risciacquato» in Arno dal Manzoni. Come la parola «infatti», scritta tutta di seguito nei primi 8 capitoli e poi divisa in quelli seguenti. E' stato messo a nudo anche l'unico vocabolo lombardo che Manzoni conservò nonostante fosse un arcaismo. E' la parola «rubello». Significa «ribelle», ma al suono evoca «ruberie». Don Rodrigo considera Lucia «cosa di rubello». Donna da rubare, che lo eccita, proprio perché indomita gli resiste. «amore»: «E' il cuore che Renzo si deve mettere in pace». Il cervello elettronico ha messo a confronto anche Fra Cristoforo e Don Abbondio, di tempra e fede ben diverse. L'irruenza di fra Cristoforo è confermata da un «io» ricorrente quanto le parole «Dio» e «Signore». Mentre il pavido Don Abbondio che non «sa darsi corag¬ gio» perché non ce l'ha, si rivela tutto concentrato su di sé, con tormentoni di «io», «me» «mi», uniti alle sue più frequenti ossessioni: la «gente», la «casa», «Lucia» e «Don Rodrigo». Perpetua si fa largo con sole 1258 parole, ma rivela una varietà di linguaggio superiore a quella del curato che assiste e incalza «per darle un Maurizio Lupo

Persone citate: Manzoni