Viaggio in tram nell'anno 3000 di Alessandra Pieracci

Viaggio in tram nell'anno 3000 Viaggio in tram nell'anno 3000 Spettacolo suggestivo con statue parlanti e video TORINO. La voce di bambino rappa: «Un sogno micidiale, un bisogno un po' irreale, da dimostrare, da rinfrescare, pensiero ideale, chiamatela città. Questa città, un vanto architettonico, pensiero faraonico di strade e palazzi, che dico: di arazzi». La voce di adulto racconta: «Il 2007 fu un anno capitale nella storia della città. Prima fra le municipalità italiane, approvò il decreto "più diritti, più doveri". Il sindaco di allora, accogliendo le richieste che da più parti si levavano unanimi, formulò l'ordinanza che concedeva pari dignità civile e politica alle innumerevoli comunità che da decenni abitavano Torino tra disagio e tensione. Fu ordinato un censimento e, per la prima volta, si ebbe un quadro realistico del tessuto civile della città. Arabi, cinesi, ebrei, africani, occitani, walser e quanti altri vennero iscritti nelle liste civiche. Di ciascuno si indicò provenienza, grado di istruzione, specializzazione; furono banditi pubblici concorsi per l'assunzione di maestranze extracomunitarie, furono concesse borse di studio ai figli degli immigrati. Cominciava così una vera e non superficiale integrazione. Dopo lo Statuto Albertino un altro Statuto ridava vigore alla vocazione etica della città». Nel terzo millennio, a Torino-Utopia, il tram Desiderio fa capolinea in piazza Castello. A bordo, un campione della nuova popolazione: piemontesi corrucciati, ebrei, cinesi, senegalesi, arabi che l'evoluzione ha reso tutti altissimi, capocciuti, somiglianti ma diversi dai progenitori odierni. Vestiti di nero, tengono in mano coni, piramidi, sfere, figure geometriche colorate simbolo dell'essenza umana comune, pur nella diversità di razza e cultura. 11 tram, luccicante di pannelli a specchio, percorre il centro della città, fino al Po, alla Gran Madre e Il tram coperto di pannelli a specchio e i manichini multietnici scolpiti da Marco Giannini ritorno. Dai finestrini-monitor scorre un paesaggio suggestivo. E' la colorata città multietnica, che ha saputo innestare sul ceppo antico i rami del nuovo. Davanti a Palazzo Madama sorge un nuovo monumento ai caduti di tutte le guerre e violenze, una figura raggomitolata, le braccia a cingere le ginocchia, la testa china. La Mole è diventata una rampa di lancio e la guglia un razzo che parte e atterra rutilante. La Gran Madre, «contaminata» dall'Islam, sembra una moschea e sul fiume luccicante di ritrovata purezza ammarano dischi volanti policromi. La strana gente, intornò, parla e dai microfoni nascosti nei manichini si diffondono le lingue di una Babele positiva: «Nella notte senza luce l'Arabo è felice. Rincorre nel deserto la sabbia del progresso. Le Langhe sono onde, come dune di pensiero e il freddo che ho imparato, e il caldo che ho portato lontano Torino vera e alla città immaginata è durato 25 minuti, ma la suggestione dello spettacolo persiste a lungo. Il Progetto Desiderio (ideazione e regia di Richi Ferrerò, sculture di Marco Giannini, scenografie e costumi di Sebastiano Romano, musiche, suoni ed effetti vocali di Giuseppe Zambon, realizzazione video della Esagono Torino, testi di Osvaldo Guerrieri e Richi Ferrerò) nasce dalla collaborazione tra l'assessorato alla Cultura della Regione Piemonte, il Teatro Stabile di Torino e la Cooperativa Granserraglio-Teatro Juvarra. Spettacolo gratuito nell'ambito della «Festa del Piemonte», si è rivelato un piccolo fenomeno e, a furor di prenotazioni, è stato prorogato sino al 3 luglio: partenze ogni mezz'ora circa, dalle 16 alle 22 tutti i giorni, dalle 11 alle 22 festivi e prefestivi. non è, lontano non è». Appoggiata ai sostegni davanti all'uscita c'è una mamma africana con un bimbo in braccio. Lui ride con la voce registrata di un delfino, lei gli risponde: «Anima dolce, figlio del tempo, pelle scura dagli occhi a mandorla, sorridi occitano e ridi ebraico. Anima dolce figlio del tempo, ti batte arabo il cuore cinese e poi sei piccolo... piemontese. Anima dolce, grande speranza». Il tram si ferma, di nuovo al capolinea. Il viaggio in mezzo alla Alessandra Pieracci

Persone citate: Giannini, Giuseppe Zambon, Marco Giannini, Osvaldo Guerrieri, Progetto Desiderio, Richi, Richi Ferrerò, Sebastiano Romano

Luoghi citati: Piemonte, Torino