Fu l'anti-Zelda, sostituì la moglie rinchiusa in manicomio
Fu l'anti-Zelda, sostituì la moglie rinchiusa in manicomio Fu l'anti-Zelda, sostituì la moglie rinchiusa in manicomio PLONDRA IU' croce che delizia fin da ragazza, Zelda aveva regalato a Scott Fitzgerald —J un'intuizione prenuziale del disastro a venire: «Non ho mai amato la Zelda che ho sposato... non tornai ad amarti finché non rimanesti incinta», le avrebbe rivelato lui, col disincanto di poi. La follia deformò lei in una tragica Ofelia e fece di lui un artista prosciugato, un padre cerbero e preda di amanti rapaci. Silfide squattrinata e scandalosa, la gran dama bohémienne Bijou O'Conor, amata da Scott nel 1930, esce finalmente a tutto tondo da una biografia di Fitzgerald. La sua storia l'ha ricostruita Jeffrey Meyers, autore di un nuovo studio sull'autore di Tenera è la notte, in arrivo a Londra da Macmillan. Nipote di un conte inglese, Bijou coltivò con orgoglio la propria irresponsabilità: un tratto comune a Zelda. Piombò in uno dei periodi più cupi della vita del romanziere e ne incoraggiò la sfrenata propensione al bere, ma alleviò il suo senso di colpa per la malattia della moglie e lo rassicurò sulle sue capacità sessuali. Insieme con lei Fitzgerald andò a trovare Zelda nella casa di cura svizzera di Prangins. Per fortuna la povera paziente non sospettò che erano amanti, altrimenti avrebbe avuto una ricaduta; ma questo non le impedì di schiacciare contro un muro la testa di un gattino persiano che Scott le aveva portato in regalo. La tresca con Bijou fu «urlante e tempestosa», secondo la definizione di lei, e durò pochi mesi. Dieci anni dopo, durante la guerra, la O'Conor fu investita da un autobus e perse una gamba, ma non il fiero gusto per la trasgressione che la indusse a riempire la protesi in legno di contraccettivi e a contrabbandarli in Irlanda. Suo figlio Michael, praticamente abbandonato alla nascita, di lei non possedeva neanche una fotografia da mostrare a Meyers. Tra una bottiglia di gin e l'altra, nel tentativo di sopire la desolazione per aver assecondato le tendenze autodistruttive di Zelda, Fitzgerald si concesse altre fughe Ernest Hemingway accusò Fitzgerald di sprecare con mollezza il suo talento Francis Scott Fitzgerald e Zelda, la moglie che la follia trasformò in una tragica Ofelia traente divorzianda Laura Guthrie, che leggeva la mano degli avventori nella hall del Grove Park Inn. «Pensare a lui a volte mi faceva impazzire. Scott raggiunge le donne nella testa e poi vuole il loro corpo. Una donna che vuole tener per sé il proprio corpo egli la trasforma in un relitto, mentale o fisico - la parte più debole se ne va». Poiché Laura capitolò solo con la testa, Fitzgerald la assunse come segretaria e confidente. Quindi si dedicò a sconvolgere la vita di Beatrice Dance, l'appariscente moglie di un ricco uomo d'affari che si azzardò ad attrarre la sua attenzione leggendo II grande Gatsby nell'atrio dell'albergo. L'entusiasta, «quasi ninfomane» Beatrice finì in clinica con l'esaurimento nervoso, quando il marito la costrinse a troncare la sua relazione con Scott. Sempre alla ricerca di donne fisicamente appassionate che compensassero il suo senso di inadeguatezza virile tanto ferocemente alimentato da Zelda, Fitzgerald approdò a Hollywood tra le braccia della giornalista di pettegolezzi Sheilah Graham, ex poveraccia dell'East End londinese. Nonostante dissimulasse le sue origini con l'accento affettato dell'aristocrazia, la si- amorose: la giovincella Lois Moran, con cui si era vendicato del tradimento della moglie, divenne un ricordo annebbiato tra le braccia della promiscua satirista Dorothy Parker. Quindi la virtuosa e coniugata Nora Flynn lo conquistò con l'esuberanza, ma se mai qualcosa tra loro fu consumato, non lasciò strascichi: «Gli dissi di lasciar perdere il sesso e pensare ad essere amici - confidò lei più tardi -. La sua coscienza era così potentemente sviluppata che lo tratteneva dal gustare i suoi tentativi di dissipazione e dallo sperimentare sensazioni. Era fondamentalmente un moralista, una persona molto religiosa». E non riusciva veramente ad apprezzare le gioie della carne se le emozioni non erano coinvolte. Nell'estate del '35 quel «moralista» aveva dichiarato bancarotta fisica, emotiva e finanziaria. Nel tentativo di rimettersi in quadro come un villeggiante qualunque ad Asheville, tentò di sedurre l'^t-
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