La silfide che ubriacò Gatsby

Una biografia dello scrittore svela i retroscena della relazione «urlante e tempestosa» con la nobile bohémienne Una biografia dello scrittore svela i retroscena della relazione «urlante e tempestosa» con la nobile bohémienne La silfide che ubriacò Gatsby Bijou O'Conor, amore folle di Fitzgerald mi lo rimproveravano per la sua eccessiva severità con quella ragazza così composta e solare, ma lui non sentiva ragioni. «Non vuole che io faccia i miei sbagli: vuole farli lui per me», sbottava lei. Il fronte delle ossessioni di Scott si estendeva anche alle amicizie. Quella con Hemingway fu il paradigma del rapporto tra due uomini che parevano abissalmente diversi, ma che in realtà avevano in comune molte fragilità. «Ciascuno mantenne sempre la fissazione che aveva per l'altro», afferma Meyers, già biografo di Ernest. Nonostante gli attacchi brutali sferratigli da Hemingway, che lo accusava di sperperare con mollezza il suo talento, Fitzgerald gli restò devoto fino alla fine dei suoi giorni. In un passaggio misericordiosamente espunto da To have and flave not (Avere e non avere), Hemingway osservava che Fitzgerald aveva scritto troppo quand'era ancora giovanissimo, mancava di buon senso e aveva avuto molta sfortuna. E ancora: possedeva fascino e talento, ma non cervello, aveva una visione romantica del denaro e della gioventù ed era approdato direttamente alla senilità senza passare per l'età virile. Ma nonostante Ernest si fosse fatto la convinzione che le corride fossero un sedativo in confronto ai weekend con Scott, e benché i due amici si fossero persi di vista dopo un incidente sul ring (Fitzgerald, arbitro di boxe per un giorno, dimenticò il gong quando Hemingway finì ko, e l'autore di Festa mobile fu costretto a rialzarsi e a riprendere il match), i due rimasero sempre uno scomodo termine di paragone l'uno per l'altro. Per critico che fosse del lavoro di Scott, Ernest possedeva tutti i suoi libri, li studiò attentamente e imparò molto. Accettò inoltre i suoi consigli nella revisione delle bozze di The sun also rises [Il sole sorge ancora). Quanto al più generoso Fitzgerald, la sua adorazione rimase sempre intatta. «Non serve più che io scriva - commentò amaro -. Basta Hemingway a farlo». Dorothy Parker, una delle numerose amanti dell'autore di «Tenera è la notte», tra le cui braccia soffocò le sue insicurezze Maria Chi ara Bonazzi