Moglie tradita sequestra la rivale

Melfi, con la cognata e la figlia l'ha portata in un bosco, denudata e malmenata Melfi, con la cognata e la figlia l'ha portata in un bosco, denudata e malmenata Moglie tradita sequestra la rivale Ha tenuto prigioniera l'amante del marito Tasse evase per 200 milioni POTENZA. La moglie tradita che organizza una spedizione punitiva contro la rivale per salvare l'onore e il matrimonio. Un sequestro con lesioni studiato a tavolino e portato a termine col consenso e il coinvolgimento attivo di tutto il clan familiare minacciato: la moglie, la figlia quindicenne, e la cognata, cicè la sorella del marito fedifrago. Restano fuori gli altri tre figli della coppia tutti maschi. Insomma una storia di donne, per punire una donna, in una vicenda letta al femminile. Il tutto doveva restare tra i soli protagonisti, aggressori, vittima e l'unico uomo coinvolto, Giuseppe Patanella, 41 anni, carpentiere, gestore nel tempo libero di un circolo privato, causa del tutto perché conteso. Invece la storia si è chiusa nel commissariato di Melfi, nel modo più imprevisto: le due cognate in carcere con accuse pesantissime, la ragazzina quindicenne denunciata a piede libero alla procura dei minori, e l'amante dimessa dall'ospedale, ammaccata e piena di lividi, con sette giorni di prognosi. E in più una storia diventata di pubblico dominio fatta apposta per stuzzicare le pruderie della provincia. Ma l'onore è salvo! E il matrimonio anche, ammette lo stesso Patanella che non immaginava un finale così burrascoso per la sua relazione extraconiugale. L'operazione punitiva è scattata giovedì sera. Le tre donne, Teresa Miraglia, 36 anni, moglie tradita, la figlia quindicenne e la cognata Antonietta Patanella, 25 anni, in macchina si sono messe sulle tracce dell'amante, Carmela Lamorte, 41 anni, divorziata, un lavoro precario come agente teatrale, residente a Bella ad una cinquantina di chilometri, ma spesso a Melfi, dicono i maligni, proprio per alimentare la relazione sorta da tre-quattro anni. Il pedinamento avviene lungo il corso Garibaldi. Il piano prevede il rapimento in macchina, una lezione esemplare, in grado di chiudere per sempre la storia. Invece c'è un imprevisto: lungo il corso la signora Carmela sospetta qualcosa, teme il peggio. E' sera, intorno alle 8, c'è ancora poca gente per strada. L'unico scampo a portata di mano è il barbiere di fronte al Vescovado. Precauzione inutile. Il piano è saltato ma l'operazione continua: le tre donne, in strada, intimano alla rivale - che si guarda bene dall'ubbidire - di uscire allo scoperto. Alla fine il commando irrompe nel salone e lasciamo immaginare la scena. La scarna cronaca burocratica del commissariato si limita a rilevare che Carmela Lamorte è condotta a forza a bordo dell'automobile che poi si allontana verso il bosco, alla periferia del paese. Nessuna reazione da parte del barbiere che non è intervenuto nella colluttazione ma ha telefonato immediatamente alla polizia parlando di sequestro, di donna rapita. E così sono scattate subito le indagini, all'inizio difficoltose perché la donna non è del posto, poca gente era a conoscenza della relazione. Ma mentre la polizia cerca, per la povera malcapitata inizia un vero e proprio calvario, un incubo che durerà ore, trascorse in totale balia delle tre scatenate vendicatrici dell'onore di famiglia. Prima tappa il bosco: le vengono tolti i pantaloni, ,;v. Una scena del film «T'amerò fino ad ammazzarti», storia di una donna disposta a tutto per vendicarsi dei continui tradimenti del marito Nel riquadro, Lorenzo Beccati, il creatore del popolare personaggio televisivo A sinistra il Gabibbo

Persone citate: Antonietta Patanella, Carmela Lamorte, Giuseppe Patanella, Lorenzo Beccati, Patanella, Teresa Miraglia

Luoghi citati: Melfi, Potenza