la Svizzera recluta per l'Onu

Soldati elvetici potrebbero uscire dai confini dopo 4 secoli Soldati elvetici potrebbero uscire dai confini dopo 4 secoli la Svizzera, recluta per l'Onu Domani il referendum sui Caschi blu BERNA NOSTRO SERVIZIO Dopo oltre quattrocento anni di «splendido isolamento» la Svizzera potrebbe ritornare ad occuparsi dei problemi del mondo. La decisione, come tutte quelle importanti, è affidata ad un referendum, che porterà domenica sei milioni di elvetici alle urne. Se gli svizzeri diranno di sì, i soldati della Confederazione parteciperanno alle operazioni dei Caschi blu per mantenere la pace e la sicurezza nei Paesi che le Nazioni Unite ritengono a rischio. Così fin dalle prossime settimane un contingente di soldati svizzeri potrebbe partire per le zone calde, si parla del Ruanda e della ex Jugoslavia, sfatando secoli di storia (dalla battaglia di Melegnano, Francesco I contro Carlo V, inizio del XVI secolo) che vogliono gli svizzeri in divisa solo per piantonare le stanze del Vaticano. L'idea di offrire alle Nazioni Unite Caschi blu svizzeri è partita proprio dai sette ministri del governo, formato da socialisti, democristiani, radicali democratici e democratici di centro, ma non sarebbe la prima volta che un progetto partito dall'alto viene clamorosamente bocciato dalla popolazione. Negli ultimi cinque anni la Svizzera ha cercato di aprirsi al mondo, proponendo ai propri cittadini prima l'adesione all'Orni e poi allo spazio economico europeo. Entrambe le volte gli svizzeri hanno risposto con un secco «no», motivato dalla loro millenaria neutralità, ragione di orgoglio per la gente e di ricchezza per le migliaia di banche sicure e aperte a tutti. E anche questa volta le opposizioni al progetto dei Caschi blu rossocrociati non mancano. Dicono «no» con veemenza tutte le forze di sinistra, i verdi, i movimenti pacifisti, e soprattutto la Lega del Ticino, che ha raccolto le firme necessarie per bloccare con il referendum il progetto governativo. Eppure questa volta i «sì» potrebbero farcela, anche se solo di un'incollatura. L'ultimo son¬ daggio dà in vantaggio i partigiani dei Caschi blu (45 per cento) contro il 37 per cento di oppositori. Decideranno alla fine gli «indecisi» che secondo la ricerca a pochi giorni dal voto sono ancora il 16 per cento della gente. I più contrari all'invio di soldati svizzeri nelle zone calde del pianeta sono proprio i ticinesi, mentre i più disponibili alla solidarietà internazionale sono gli svizzeri francesi, che hanno in Ginevra la loro finestra sul "mondo. Flavio Maspoli, presidente della Lega e promotore dell'iniziativa popolare, va giù pesante. «Il governo - dice - usa luoghi comuni e illude con false promesse. La verità è che chi voterà sì ai Caschi blu dirà sì indirettamente all'Onu e all'Unione europea». Insomma il Consiglio federale, battuto a più riprese, starebbe adottando la politica dei piccoli passi per portare a tutti i costi la Svizzera in Europa, minando la sacra net tralità elvetica. Donata Belossi

Persone citate: Belossi, Carlo V, Flavio Maspoli, Francesco I

Luoghi citati: Berna, Europa, Ginevra, Jugoslavia, Melegnano, Ruanda, Svizzera