«Pm-giudici, carriere divise» di F. Poi.
«Pm-giudici, carriere divise» «Pm-giudici, carriere divise» La Parenti: ormai è inevitabile se si vuole davvero l'indipendenza to nella Prima Repubblica». «L'indipendenza - ha spiegato la Parenti - non è solo quella dal governo o dal Parlamento, ma anche quella dall'interno. C'è stata una guerra feroce tra le correnti all'interno della magistratura, e ogni processo può diventare strumento di qualcuno contro qualcun altro. Oggi un magistrato che non è dipendente da qualcuno, resta schiacciato dalla macchina giudiziara. Ricordatevi - ha detto ancora la Parenti - che le pressioni dall'esterno non si accettano mai, ma a quelle dall'interno è molto difficile resistere». La Parenti ha poi richiamato la magistratura penale ad essere meno pressante sulle vicende politiche ed economiche del Paese. «La magistratura - ha detto la Parenti - non deve fare il gendarme della vita economica, non può fare da controllore o intervenire nei rapporti tra la vita politica ed economica. Deve intervenire solo se c'è la notizia di reato». [Agi] GENOVA. La separazione della carriera di pubblico ministero da quella di giudice è «un problema di garanzia della società civile» ed è una prospettiva «inevitabile». A ribadirlo è stata Tiziana Parenti, deputato di Forza Italia e accreditata come prossimo presidente della Commissione antimafia, intervenuta al convegno dei giovani imprenditori di Confindustria a Santa Margherita. «Il pm - ha detto la Parenti - è un organismo sempre più politico (non nel senso di politicizzato, ma di "funzione politica" nella società) e pei- questo deve essere messo nelle condizioni di rispondere ad un giudice libero da condizionamenti». La Parenti ha motivato questa sua convinzione con una lunga riflessione sull'indipendenza della magistratura. «Occorre discutere - ha detto - della quantità e della qualità di questa indipendenza. Prima di dire di volere l'indipendenza, la magistratura si deve chiedere la quantità e la qualità di quella che ha avu- ne. Una tesi contestata dai legali di De Michelis, Gaetano Pecorella e Giovanni Maria Flick. Secondo loro proprio di consulenze si trattava. Il processo riprenderà il 22 giugno con le eventuali repliche delle parti. Poi la sentenza. A Roma intanto è stata interrogata dal pubblico ministero Vittorio Paraggio Barbara Ceolin, la segretaria dell'ex ministro. Si tratta dell'inchiesta sulla cooperazione, per cui la Ceolin è accusata di aver L'ex ministro socialista Gianni De Michelis imputato per violazione della legge sul finanziamento dei partiti preso da un imprenditore una tangente di alcune centinaia di milioni che sarebbero serviti a finanziare la campagna elettorale di De Michelis. Secondo i sospetti del magistrato la donna avrebbe fatto da intermediario tra gli imprenditori impegnati in opere da realizzare nell'ambito della cooperazione e lo stesso ministero. Adesso Barbara Ceolin collabora con il magistrato nel ricostruire nomi, date, luoghi e circostanze legate all'attività del ministero degli Esteri in campo internazionale quando era De Michelis a reggere l'incarico alla Farnesina. Nel quadro fornito dall'imputata emergerebbe il ruolo anche di alcuni gruppi di lavoro impegnati nella cooperazione. [f. poi.]
Persone citate: Ceolin, De Michelis, Gaetano Pecorella, Gianni De Michelis, Giovanni Maria Flick, Tiziana Parenti
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