Renzo Piano re nel suo Auditorium di Edoardo Ballone

Ieri al Lingotto il famoso architetto ha parlato a un folto pubblico (molti i giovani) Ieri al Lingotto il famoso architetto ha parlato a un folto pubblico (molti i giovani) Renzo Piano, re nel suo Auditorium In un libro tutti iprogetti Arte a tavola Al merlo è gradito vino rosso Renzo Piano, come un re. Oltre cinquecento persone erano ad attenderlo sedute sulle rosse poltrone del nuovissimo Auditorium del Lingotto, «un gioiello incastonato nel cemento» come lo stesso architetto lo ha simpaticamente definito ieri. Piano, uno dei più famosi «designer» di sogni in pietra e costruttori di edifici al mondo era qui a Torino per presentare il libro «L'opera completa del Renzo Piano Building Workshop», primo dei tre volumi editi da Umberto Allemandi e che illustrano, tramite foto e immagini di progetti, la gloriosa carriera dell'architetto genovese. Giunto da Parigi, è entrato nell'Auditorium alle 18,15 per parlare della sua professione con uffici o, come preferisce definirli, workshops in Italia, Francia e Giappone. E per commentare le diapositive che, segno visivo della sua gloria, venivano proiettate su due maxischermi. Che impressione fa, architetto, entrare in questo grande contenitore da lei creato per il pubblico che ora lo applaude? «Sì, devo dire che è un'esperienza intensa, decisamente piacevole». Renzo Piano è trattato come un divo, ma per fortuna lui sa rimanere un uomo sorridente, gentile e senza complessi di grandeur. Anzi, in attesa di rivolgersi ai tanti giovani che attendono la sua «lezione» con diapositive, non gli manca il momento ironico. Gli E' stato prescelto fra altri italiani in un'operazione europea. Ha 240 pagine e costa 130 mila lire. Troppe? Per chi è addetto ai lavori e per gli appassionati di architettura la cifra merita di essere spesa. «L'opera completa del Renzo Piano Building Workshop», volume primo, è un consistente e soddisfacente excursus attraverso le principali tappe di lavoro di Renzo Piano. Si va dalla descrizione dei suoi uffici che sono una sintesi di architettura, sociologia e filosofia dell'ambiente a quella dei più significativi edifici progettati nel mondo. Dice Allemandi: «Un cast di editori europei pubblica l'opera del saggista Peter Buchanan; noi siamo gli editori prescelti in Italia. Allemandi, uomo mite e di maniere gentili, non schermisce il suo orgoglio. Ne ha motivo. L'EDITORE DI PIANO Matteo. Insomma, mi sono assicurato almeno due spettatori». La conferenza-dibattito con l'architetto genovese era molto attesa anche perché l'Auditorium è un pezzo importante del rinnovato Lingotto ed è una significativa tappa della ristrutturazione che avrà come prossimo appuntamento, a fine anno, l'apertura di un albergo nella stessa area. Non a caso, a ricevere Piano c'erano personaggi top come Cesare Annibaldi, capo delle relazioni esterne della Fiat, e Filippo Pralormo, presidente del Lingotto. Proprio quest'ultimo s'è dimostrato estremamente soddisfatto per la presenza dell'architetto con la «a» maiusco¬ L'architetto Renzo Piano a colloquio con la folta platea dell'Auditorium al Lingotto la: «Grazie all'intervento di Piano oggi Torino ha una delle sale per concerti e per convegni fra le migliori d'Europa». E l'Auditorium è già pronto per i più vicini appuntamenti. Uno sarà quello sull'automazione industriale e poi, in settembre, ci sarà il Prix Italia, avvenimento che da anni è un fiore all'occhiello per la Rai. Centre Pompidou, Lingotto, aeroporto di Osaka nato su un'isola artificiale «e come sorto dal mare», museo d'arte a Houston sono state le immagini proiettate su diapositive da Piano. Tappe di una gloriosa carriera che, per fortuna, fa scalo anche a Torino. Sei merli dipinti da illustri pittori e fissati sull'etichetta di un prezioso vino che, non a caso, si chiama 'L merlu 'd Flipòt. Per festeggiare l'uscita della sesta etichetta, o se preferite, del sesto merlo, stasera, nel ristorante Flipòt di Torre Pellice, si terrà una raffinata cena destinata soltanto a palati «su invito». Filetto di luccioperca, agnoli di funghi porcini e guancia di vitello brasata saranno le gustose voci accompagnate dal vino d'arte con etichetta disegnata, stavolta, da Mauro Chessa e realizzata dal grafico Franco Masoero. Il vino che fa il suo debutto stagionale è un uvaggio di Freisa, Bcnarda, Neirano, Avarengo, «assemblati» in botte da Costanzo Agù, vignaiolo di Bagnolo Piemonte. Questo incontro fra artisti e alta cucina si sta trasformando in un interessante e ambito incontro con cadenza annuale. Il vino di Flipòt si può bere il giorno dopo la sua presentazione: una riserva di 300 bottiglie che si trovano, ovviamente, nel ristorante di Walter e Gisella Eynard. Una bevuta «firmata» da Chessa, Edel, Eandi, Fico, Gay, De Maistre. [e. b.j Edoardo Ballone