Ppi: i cattolici si giocano tutto

Timori per le elezioni e c'è chi spera ancora nell'appoggio della Curia Timori per le elezioni e c'è chi spera ancora nell'appoggio della Curia Pph i cattolici si giocano tutto «Destra e sinistra pronte a farci a pezzi» 27 e 28 marzo. «C'è bisogno di un partito moderato» afferma Bergoglio senza tener conto degli «estremismi» della «Passionarla del Veneto», di una Rosi Bindi che non sopporta sentir parlare di «Forza Italia» o di appoggio alle truppe che sostengono il governo Berlusconi. «Sia chiaro - dice Bergoglio neanche noi del Centro De Gasperi (un tempo sede degli scalfariani, ndr) vogliamo confluire nel partito-Fininvest, ma tra l'alleanza con il pds e la convergenza con Forza Italia c'è un grande spazio per far politica». Politica, scelte, che per l'Europa in versione Ppi, vogliono dire grande attenzione ai problemi di raccordo tra Comunità e Regioni, per arrivare al «governo dei problemi», limitando nei «giusti confini» (ossìa senza eccessi) gli scontri ideologici. «In via Carlo Alberto, quartier generale della vecchia democrazia cristiana, lo scudocrociato del Ppi è ancora alto» affermano i dirigenti. Alcuni sperano nell'appoggio della Curia, dei parroci. Anche se da via Arcivescovado, in quest'occasione elettorale tanto poco sentita dalla gente, non sono arrivati segnali. Al verdetto (lo conosceremo nella notte di domenica) mancano due giorni. L'ansia cresce. I cattolici ancora legati agli eredi della de degli Zaccagnini, dei Donat-Cattin e dei Martinazzoli sparano le ultime cartucce. Consapevoli che se anche questa volta non raggiungeranno il bersaglio, che se non saranno contenute le perdite, i timori della vigilia potrebbero diventare «triste realtà»: un partito che fu. Giuseppe Sangiorgio Regione, la giunta assegna le deleghe e vara il p Qui a fianco Emilia Bergoglio in lista per il partito popolare Sotto: Danilo Poggiolini candidato per il patto Segni PATTO SEGNI

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