Detroit prova il calcio del Duemila di Bruno Bernardi

Detroit prova il calcio del Duemila Detroit prova il calcio del Duemila Ma per ora il campo al coperto è ancora senza erba DETROIT DAL NOSTRO INVIATO L'imponente sagoma grigia e nera del Silverdome si staglia nel cielo di Pontiac. Da fuori non sembra uno stadio ma qualcosa di simile a una grande tazza con coperchio, pronta a scoppiare di ribollente tifo. Dentro, è un cantiere, con operai e carpentieri al lavoro per sistemare i 76 mila posti a sedere, compresi i massmedia, sotto la calotta sferica, trasparente, che li sovrasta. Uno spettacolo impressionante per chi è abituato a degustare il calcio a cielo aperto, con il solleone o le intemperie, con il fango o, addirittura, il ghiaccio e la neve. E, a vederlo ancora privo del verde manto erboso, è difficile immaginare che, tra otto giorni, sabato 18 giugno, alle ore 11,30 locali, corrispondenti alle 17,30 italiane, il Silverdome ospiterà Usa-Svizzera e sarà teatro di un evento storico: la prima partita «indoor» di un Mondiale. E c'è chi garantisce che il calcio del Duemila si giocherà in stadi come questo, con l'aria condizionata a temperatura ideale, con tutti i comforts e, si spera, con meno violenza sugli spalti. Le zolle d'erba per ora sono adagiate su un campo vicino e la tenuta di questo tappeto, lungo 103 metri e largo 66, dovrà durare solo per i quattro match programmati nel Michigan: oltre a quello inaugurale, Roma- nia-Svizzera il 22, Svezia-Russia il 24 e Brasile-Svezia il 28. Ma l'intero comitato organizzatore della città dei motori resterà con il fiato sospeso in attesa dell'esito del trapianto. Poi si tornerà al «turi», all'erba sintetica su cui i Detroits Lions daranno vita alle battaglie di football americano. Da queste parti, dove hanno dedicato una statua al pugile Joe Louis, il Bombardiere Nero che sconfisse un Primo Camera in declino, il pallone, quello rotondo, interessa ed è praticato soprattutto da immigrati polacchi, belgi, rumeni, tedeschi, francesi e italiani. E saranno loro a riempire il Silverdome in un autentico happening. Il centro-stampa, sistemato in un vecchio edificio accanto al Silverdome, non ha niente a che vedere con quelli superlusso di Italia '90. Preceduto da un tendone che ne alleggerisce il profilo disadorno, è un camerone enorme, con file di tavoli dove verranno installati telefoni e al¬ Valentin Ceausescu sarà a Usa '94 fra i tifosi della Romania. Il figlio del dittatore Nicolae, padrone feroce della Steaua di Bucarest nonché presunto depulzellatore violento della ginnasta Comaneci, incarcerato e gravemente malato, eccolo riciclato, ripulito da! tifo: Usa e netta. tri accessori. All'esterno c'è un via vai di camion a proboscide che scaricano materiale. Kurt Kosmowski, press officer, assicura: «Tutto sarà ok fra una settimana». Per ora, comunque, a Detroit il Mondiale non è sentito. Gli spot pubblicitari, affidati a personaggi dello star-system, non scuotono la gente né la stampa locale, stupita per l'arrivo di giornalisti stranieri con tanto anticipo. Tra i primi accreditati Andy Chapman, 34enne professionista di calcetto, ex centravanti dell'Arsenal e opinionista di «soccer» per il Detroit News. Champman ha giocato nel Silverdome, sei contro sei, e non sull'erba ovviamente: un'esperienza suggestiva ma come atmosfera, sia in campo che sulle gradinate, non ha notato gran differenza rispetto agli stadi tradizionali, anche se i puristi del calcio storcono il naso. E i fumatori incalliti anche, di fronte alle scritte «no smoking». Bruno Bernardi

Persone citate: Andy Chapman, Comaneci, Joe Louis, Kurt Kosmowski, Valentin Ceausescu