Il pronunciamento azzurro

Il pronunciamento azzurro Il pronunciamento azzurro «Va bene il 4-3-3, indietro non si torna» MARTINSVILLE DAL NOSTRO INVIATO per esaltare i giocatori che abbiamo. Se hai gente come Roberto Baggio e Signori è giusto valorizzarne le caratteristiche. Ma tutta la squadra è formata da giocatori che capiscono questo tipo di calcio. Per ora siano stati bravi più in fase offensiva che difensiva e abbiamo corso qualche rischio di troppo per problemi a scalare le marcature. Ma non vedo perchè si debba cambiare. Cosa dovremmo fare, ritornare al catenaccio?». Che Sacchi non senta. E poi ieri il quotidiano Usa Today ha dipinto la Nazionale italiana come quella che ha saputo cambiare pelle in maniera più drastica e coraggiosa. Dice: ma non era meglio un 4-4-2 più collaudato, una tattica di stampo milanista più consona agli interpreti a disposizione? Maldini, attorniato da una folla di studenti della Pingryn, nega: «Non capisco perché tirare in ballo sempre il Milan. Se vogliamo questa Nazionale mi ricorda il primo Foggia di Zeman che, guarda caso, sfruttava al meglio proprio Signori. Di sicuro non saremo foggiani in fase difensiva». Ormai non si parla d'altro. Volano i numeri della magiche tattiche sacchiane. I giocatori si collegano, sembra una «chat-line» per cuori solitari. Chiamate Arrigo 4-3-3, 4-5-1. Anche Albertini si sintonizza: «Rivista la partita con la Svizzera abbiamo capito di aver sbagliato, ma pure che il nostro è un calcio diverso da tutti gli altri. Fulcro di tutto è l'organizzazione. Ci manca un Desailly? Ma non è la forza che conta, bensì l'apparato messo insieme da Sacchi. Prendete Roberto Baggio. Con lui in quella posizione non offriamo punti di riferimento agli avversari e quando lui e Signori fanno l'unodue sono irresistibili». Capito perché Sacchi ci crede? Qui fanno tutti il girotondo prendendosi per mano. Evani, candidato autorevole alla poltrona di Donadoni, ammette: «Contro la Costarica vedrete un'Italia quasi vera. Che io giochi conta poco, perché a vincere è sempre la squadra, non il singolo. Nel gruppo Milan mi sento a mio agio». E Benarrivo, che domani sostituirà Maldini, confessa: «Io non parto titolare proprio perché non faccio parte del gruppo Milan, ma è giusto che giochino quelli che si capiscono al volo. Non ci sono problemi, la parte di quinto difensore va benissimo».

Luoghi citati: Costarica, Italia, Svizzera, Usa Today