Segre e i minatori del Sulcis

Segre e i minatori delSulcis Segre e i minatori delSulcis Fiction italiana: è grave Daniele Segre con il suo operatore Franco Robust gira alle miniere del Sulcis in Sardegna un documentario sulla lotta dei minatori, prodotto dalla società «I cammelli» col finanziamento della Cgil (Ufficio Formazione, Filcea). I cineasti dormono nell'infermeria della miniera, e passano la giornata sottoterra nei pozzi, intervistando i minatori, ricostruendo con loro ragioni e andamento della lotta, aspettando con loro l'esito delle trattative condotte a Roma da una delegazione. «Gli animi sono naturalmente molto tesi e sospesi», dice il regista. «Per il nostro lavoro abbiamo trovato la massima collaborazione e solidarietà». Daniele Segre aveva già filmato lo scorso anno la lotta per l'occupazione dei lavoratori di Crotone, in un documentario presentato al festival Cinema Giovani di Torino e poi trasmesso da Raitre. Come sta la fiction italiana, quella consumata sui teleschermi della Rai e della Fininvest? Male, grazie. Perché se ne fa sempre di meno: dalle 360 ore dell'88-89 si è scesi alle 243 del 92-93. Perché gli ascolti tendono ad abbassarsi: cinque milioni oggi sono già un successo. Perché, nella crisi finanziaria generale, è il settore che più ha subito tagli. Soprattutto in Fininvest dove ormai si preferisce produrre «Stranamore» con Castagna (foto) piutto¬ sto che «In fuga per la vita» visto che l'intrattenimento rende di più. Questi i risultati del sesto anno di «Osservatorio immagine» presentati in un convegno e raccolti da Milly Buonanno nella ricerca «Il bardo sonnacchioso». I rimedi? Applicare, finalmente, le direttive della Comunità europea in materia di tv per proteggere il prodotto nazionale ed europeo dall'invasione americana. E se l'Italia si ostinasse nel rifiuto ricorrere finanche alla magistratura. TORINO. Quaranta giorni di festival e stage, 6 di concorso internazionale, 20 compagnie, due prime assolute, tre coproduzioni e un premio. Questi i numeri di Vignaledanza 1994, al suo sedicesimo anno di vita. Nel Monferrato, a una manciata di chilometri da Alessandria, si riaccendono dunque i riflettori. Due le inaugurazioni della rassegna, che dura fino al 3 agosto, a ricordare il duplice indirizzo del festival. Il 26 giugno si parte con «Souvenir», un balletto didattico degli allievi della Scuola del Teatro Nuovo e dell'Accademia regionale che dà l'avvio agli stage. Ma sarà una prima assoluta in coproduzione con la rassegna - «La signora delle Camelie» - ad aprire ufficialmente Vignaledanza, il 2 luglio: la coreografia è di Giuseppe Carbone, coreografo del Nuovo Balletto di Roma, con Laura Contardi e Marco Pierin. Un'altra coproduzione è il «Tango delle ore piccole», di Girolamo Angione, dal musical di Manuel Puig, con coreografie di Robert North, scene e costumi di Eugenio Guglielminetti: lo spettacolo, che va in scena il 3 luglio, si deve ad Astiteatro 16, con Torino Spettacoli e la Compagnia di danza del Nuovo. Gli appuntamenti continuano con l'Euroballetto in «Sherasade» (il 23/7) e con la nuova formazione di giovanissimi Balletto Italia, con Cristina Perotti e Gheorgheu Alin (il 10/7). Un palcoscenico di giovani promesse anche il 14, con il Rudra Béjart Lusanne, e il 17, con una prima assoluta del Théàtre Espace Imaginaire di Parigi, «Il Barone Rosso», mimo teatro-danza sulla figura dell'eroe. Un apporto più «locale» viene dalla compagnia Assemblea Teatro, che ripropone il 7 luglio il suo «In fra li casi...» che compie 15 anni di repliche. Il 30 tocca a «Orfeo», con i ballerini del Nuovo. A Vignale non mancheranno le étoile ospiti: da Pompea Santoro (il 30/7) a Luciana Savignano (l'8/7) per la decima volta alla rassegna; da Raffaele Paganini e Grazia Galante, protagonisti il 9 in «Fred e Ginger», a Maximiliano Guerra (sabato 16). Dall'estero arriveranno anche i primi ballerini del Kirov, il teatro dell'Opera di Kiev, il Ballet Contemporaneo de Caracas. C'è anche il folklore, con «Tangueros» di Aquino (il 28 luglio), il Balletto internazionale del Senegal (il 21), e quello nazionale della Corea del Nord (il primo agosto). Per la sezione jazz, curata da Adriana Cava, un «Omaggio a Matt Mattox» con Luigi Bonino (15/7) e L'Adriana Cava Jazz Ballett (il 22). Si chiude il 2 e 3 agosto - «alla grande» dicono i direttori del festival Gian Mesturino e Germana Erba - con la «Cenerentola» rivisitata da Lindsay Kemp. Corollario a Vignaledanza, come sempre, stage per i ballerini, incontri, e il Concorso Internazionale Giovani Talenti (la premiazione è il 30 luglio). Una novità, «La giostra delle enoteche», un concorso che abbina spettacoli ed enoteche su un tema prestabilito: «La danza di Dioniso». Il festival, organizzato dalla Fondazione Teatro Nuovo, è patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri (275 milioni), dalla Regione Piemonte (200 milioni), da Banca Crt e Federbanca (25 milioni). Vi collaborano il Comune di Vignale, l'Enoteca regionale del Monferrato e l'Apt del Casalese. Il costo totale della rassegna è sugli 820 milioni. Si conta anche su 250 milioni di incasso dei biglietti: rimane dunque un margine di rischio. Mesturino incrocia le dita: «Speriamo che non siano contro di noi pioggia, Mondiali di calcio o altre calamità naturali... ».