Medici in rivolta contro Costa

Protestano le associazioni: «Sul doppio lavoro parla come Bertinotti» Protestano le associazioni: «Sul doppio lavoro parla come Bertinotti» Medici in rivolta contro Costa Ma i sindacati appoggiano il ministro «Sta andando nella direzione giusta» ROMA. Il braccio di ferro fra il ministro della Sanità Raffaele Costra e i medici continua. Nell'occhio di quello che ormai sta diventando un vero e proprio ciclone ci sono i medici che esercitano sia nel pubblico che nel privato ma soprattutto quelli che approfittano della loro posizione in ospedale per dirottare i pazienti verso i loro studi professionali e verso le cliniche private. «Il doppio lavoro è consentito dalla legge - ha ribadito Costa ma se dalle indagini in corso risulterà che gli abusi hanno raggiunto un livello intollerabile, fra qualche mese mi vedrò costretto a presentare un disegno di legge che modifichi in senso restrittivo la normativa attuale. All'interno degli ospedali creeremo al più presto le strutture nelle quali i medici potranno svolgere la libera professione. Non abbiamo alcuna intenzione di provocare un esodo dei medici migliori. Ma è indispensabile che negli ospedali pubblici ci sia lo stesso impegno e lo stesso senso del risparmio che caratterizzano le cliniche privato». Le reazioni dei medici, com'era prevedibile, non si sono fatte attendere. «Da Costa sento argomentazioni che mi aspetterei da Bertinotti», commenta Carlo Sizia, presidente della Cimo. «Non si possono addebitare ai medici le responsabilità che derivano dall'organizzazione dei servizi sanitari», obbietta Benito Meledandri, segretario della Fnom. Una prima bacchettata ai medici arriva da Ivan Cavicchi, coordinatore del Settore Sanità della Cgil: «Invece di scandalizzarsi i sindacati medici farebbero bene ad impegnarsi per accrescere la funzionalità delle strutture, in modo da aumentare per questa via i loro salari». Sulla stessa linea anche Giorgio Alessandrini, segretario generale della Fisos Cisl: «Le iniziative del ministro Costa vanno nella direzione giusta: quella di un'assistenza sanitaria equa per tutti, senza discriminazioni economiche o regionali. Il doppio lavoro dei medici è il male oscuro della sanità italiana». Su questa piaga, entrata in funzione ai tempi di De Lorenzo, il segretario nazionale del Tribunale per i Diritti del malato Teresa Petrangolini fornisce cifre preoccupanti: «In Italia l'80% dei medici che lavorano nelle strutture pubbliche svolge anche attività privata». E fra i casi di malasanità già denunciati dal suo Tribunale ricorda quello dell'ospedale di Rocca d'Aspide (Salerno) che non viene aperto a causa delle pressioni dei medici proprietari di case private nella zona. Ieri Costa ha incominciato ad ispezionare gli ospedali che continuano a rimanere incompleti e ad ingoiare miliardi mentre i pazienti vengono sistemati nei corridoi delle vecchie strutture o muoiono sulle ambulanze nell'affannosa ricerca di un letto. Un anno fa ce n'erano 42, quasi tutti nel Sud. La prima visita è stato per il Sant'Andrea di Roma. Iniziato nel 1975, si è subito impantanato nelle sabbie mobili della burocrazia e nei relativi palleggiamenti di responsabilità. Dopo aver ingoiato 120 miliardi adesso per diventare operativo ne richiede altri 60. Con la stessa prassi ieri pomeriggio ha ispezionato gli ospedali fantasma di Gragnano, Pagani e Torre Annunziata, in costruzione da vent'anni. Nel frattempo sono stati depredati di tutto: sanitari, vetri e porte. Il magistrato Ascione che indaga su Curtò ha interro Ancora polemiche sulla Sanità. Sotto, il ministro Raffaele Costa rogato ieri Carlo

Luoghi citati: Gragnano, Italia, Pagani, Roma, Salerno, Torre Annunziata