Poster del duce in Questura
Poster del duce in Questura Poster del duce in Questura CREMONA. Sono stati convocati in Questura per ritirare materiale sequestrato alcuni mesi prima e si sono trovati di fronte al faccione di Benito Mussolini. Due esponenti del «Centro di comunicazione antagonista» hanno sporto denuncia per «apologia di fascismo» dopo aver constatato che, alle spalle della scrivania di un funzionario della Digos, apparivano due celebri fotografie del Duce, pubblicate in queste settimane dai giornali ed accuratamente ritagliate per essere esposte. Sul caso, ha presentato una interrogazione anche il senatore Piergiorgio Bergonzi di Rifondazione comunista. Vuole sapere dal ministro dell'Interno «quali provvedimenti intende assumere al fine di impedire che episodi di tale gravità si possano verificare». [r. ini.] scorsi aveva declinato l'invito a celebrare Matteotti nell'aula di Montecitorio. Commemorazione solenne. Che naturalmente si trascina polemiche e tensioni che l'editoriale del Secolo non riesce a placare. Il popolare Sergio Mattarella, per esempio, stabilisce un collegamento politico diretto tra il «ricordo non rituale di Giacomo Matteotti» e le «volontà smodate di comando e di potere, le tentazioni di spiriti revanscisti e illiberali». Inoltre il presidente dell'Internazionale socialista Pierre Mauroy invia un messaggio ai socialisti italiani in cui non omette l'accenno a coloro che «vorrebbero farci credere che Mussolini è stato un grande uomo di Stato» e che invece, sotto¬ linea Mauroy, utilizzava «metodi nei confronti dei suoi avversari politici» che arrivavano fino all'eliminazione fisica dell'avversario. Polemiche, tensioni che hanno indotto gli esponenti di Alleanza nazionale a rinunciare all'idea, accarezzata nei giorni scorsi, di partecipare alla commemorazione assieme al Capo dello Stato. Ma Gianfranco Fini aveva promesso un'iniziativa pubblica che ribadisse la condanna del delitto Matteotti da parte dei post-fascisti. E l'iniziativa si è tradotta nell'editoriale di Malgieri sul Secolo d'Italia. «Matteotti fu la vittima innocente di una guerra sotterranea che si combattè all'interno di una frangia del fascismo, in accordo con certi am¬
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