Craxi d'appendice

U U U N Craxi d'appendice. Un Craxi che dall'esilio più o meno dorato, più o meno sconsolato di Hammamet racconta la «caccia grossa» ai suoi danni e dismessi i panni di Ghino di Tacco si firma Edmondo Dantès, come il conte di Montecristo dell'omonimo romanzo di Alexandre Dumas padre. «Caccia grossa» s'intitola appunto la storia vagamente fantapolitica, allusiva e a tratti indecifrabile che l'ex segretario socialista ha scritto per Panorama. «Uno scrittore di romanzi gialli - è l'esordio - ha immaginato lo scenario di un'operazione che si sviluppa per tre stadi successivi...». E con la maschera del conte ingiustamente perseguitato e segregato nel Chateau d'If, Craxi passa a descriverli, dopo aver richiamato l'ormai tradizionale e copioso armamentario di sospetti che anticipa, sostiene e accompagna il grande complotto contro di lui (e contro la democrazia). «Le bombe», perciò, «le perquisizioni», le intercettazioni, i pedinamenti, la raccolta illegittima di notizie spesso manipolate, le relazioni speciali tra magistrati e pezzi di servizi segreti, le documentazioni enfatizzate o nascoste, gli interessi «di gruppi economici che hanno puntato ai dadi sul tavolo politico-giudiziario-mediatico», e «chi volesse ampliare ancora di più l'area della realtà romanzesca scrive Craxi con il nuovo pseudonimo - si troverebbe alle prese con suicidi che sembrano delitti e delitti che sembrano suicidi». Quindi le tre fasi dell'operazione. «La prima sarà quella del ritiro del passaporto» (e qui siamo in piena autobiografia, al passo della cronaca). La seconda, con la comparsa di verbi al condizionale, prevede l'arresto: «In poche battute la Caccia grossa avrebbe messo le mani sulla preda. Il "trofeo" - nota a questo punto Edmondo Dantès con un certo malcelato orgoglio - sarebbe mondiale». Quel che invece può accadere nella fase numero tre è «assai più complesso e difficile da immaginare». Al punto che, onestamente (e un po' pure a discapito della formidabile macchina narrativa messa a punto da Dumas nel 1844) la conclusione craxiana non è che sia molto chiara. Forse perché le ipotesi finali sono troppe, oltre che troppo sinistramente contraddittorie fra loro. Perciò primo sottocaso - «la persona in carcere potrebbe essere considerata una "bestia da confessione"» (e «la sua resistenza fisica potreb-

Persone citate: Alexandre Dumas, Craxi, Dumas, Edmondo Dantès