Islam seconda religione d'Italia

E' I K Islam, seconda religione d'Italia Sono più di ottocentomila i seguaci di Maometto DI ALLAH E' I KM l'Islam, la seconda religione in Italia: anche se probabilmente appare gonfiata per eccesso la cifra di 800 mila seguaci di Maometto presenti nella Penisola, è ragionevole pensare che siamo ormai ben oltre le quattrocentomila unità. Alla fine del 1992 il ministero dell'Interno calcolava in 309.843 i musulmani dentro i confini della Repubblica, a cui però bisognava aggiungere un esercito dì 100-150 mila clandestini. La presenza più numerosa si avrebbe in Lombardia (circa 60 mila), seguita dal Lazio, e poi dall'Emilia Romagna, dalla Sicilia e dal Piemonte. Bisogna però ricordare che questa geografia varia a seconda delle stagioni e del mercato del lavoro. Marocchini, tunisini, senegalesi ed egiziani sono i gruppi nazionali più consistenti, seguiti da un'altra decina. In grande maggioranza sono di osservanza religiosa sunnita, cioè «ortodossi»; gli sciiti (da Shi'ah, o partito) sono soprattutto presenti in Iran e in Libano. I senegalesi, an- ch'essi musulmani, fanno parte al 70% circa di una «confraternita» fondata a cavallo del '700 e dell'800 da Muridiyya. Ha una particolarità: il suo capo, «marabut» (una corruzione di Muraabit, colui che milita nel riibat, il punto più avanzato della guerra santa) non solo si impegna a guidare i suoi discepoli spiritualmente, ma anche ad assisterli da un punto di vista pratico: dimora, lavoro, ottenendo in cambio una parte dei proventi. L'Islam, con i suoi «cinque pilastri», è ormai diffuso in tutta Italia. Nelle maggiori città esistono centri di accoglienza, e anche se manca ancora un organismo centrale che li rappresenti unitariamente, i tre punti di riferimento più evidenti sono il Centro islamico Culturale d'Italia, il Centro Islamico di Milano, e l'Unione delle Comunità e delle Organizzazioni Islamiche in Italia. Il primo (Cici) ha speso la maggior parte del suo impegno nella costruzione della Moschea di Roma. E' un progetto che si pose sin dai tempi del fascismo, ma, secondo «Civiltà Cattolica» «Mussolini rispose che si poteva costruire una moschea a Roma se i musulmani avessero accettato la costruzione di una chiesa alla Mecca, la città santa dell'Islam». Non se ne fece nulla, perché non solo Mecca e Medina, ma tutta l'Arabia è terra sacra. Altri centri e gruppi di iniziativa agiscono in varie parti del Paese. Fra l'altro, a Roma è nato, per opera di Abd Al Wahid Pallavicini, un convertito romano, il «Centro di Studi Metafisici René Guénon». So¬ no un numero rilevante, circa seimila, gli italiani che hanno scelto di abbracciare la «vera fede»; in buona parte ciò accade per poter sposare una donna musulmana. Il Corano infatti prescrive: «Non date in matrimonio le vostre ragazze ai creatori di condivinità fino a che essi non abbiano abbracciato la vera fede». C'è da aggiungere però che non sono infrequenti i casi di segno esattamente contrario. Una delle aspirazioni dei seguaci dell'Islam residenti in Italia è quella di poter godere di un'Intesa con lo Stato, come altre confessioni. Ma è un'eventualità che potrebbe creare problemi, in futuro, se le previsioni di una crescita fino a tre milioni dovessero rivelarsi esatte. «I musulmani - scrive la Civiltà Cattolica - formerebbero una minoranza assai numerosa, ma chiusa in se slessa e fortemente influenzabile dalle correnti anche estremiste dei Paesi musulmani». Marco Tosatti E' la Lombardia la «capitale» italiana dei musulmani

Persone citate: Marco Tosatti, Mecca, Medina, Mussolini, Pallavicini, Wahid