Mani pulite Borrelli con Biondi

Ma il giudice D'Ambrosio è critico: «Questo non è ancora il momento di parlare di processi più brevi» Ma il giudice D'Ambrosio è critico: «Questo non è ancora il momento di parlare di processi più brevi» Mani pulite, Bottelli con Biondi «Sì ai patteggiamenti, ma non solo per ipolitici» MILANO DALLA REDAZIONE Il ministro della Giustizia Alfredo Biondi al Csm; il procuratore di Milano Francesco Saverio Borrelli e il suo aggiunto Gerardo D'Ambrosio alla festa dei carabinieri. Tutti e tre esternano sul tema «soluzione a Tangentopoli». Il ministro precisa che non si tratta «né di un colpo di spugna né di un'amnistia camuffata. Si tratta di un allargamento delle ipotesi del patteggiamento, già autorevolmente proposto dal ministro Conso». Su queste «linee generali» è d'accordo pure Borrelli. Anche per lui «è importante incrementare le forme alternative al processo, sopratttto il patteggiamento. Non c'è nulla di scandaloso nel fatto che accusa e difesa scendano a una sorta di transazione: va premiata la disponibilità dell'imputato ad andare incontro alla punizione, consentendo alla giustizia un notevole risparmio di tempo». Per arrivare agli sconti di pena occorre però anche «facilitare la raccolta degli elementi di prova affinché si possa scoprire nella massima misura possibile ciò che è accaduto». Ecco la proposta di Borrelli: «Chi vuole collaborare si deve presentare spontaneamente, denunciando non solo se stesso e i fatti ai quali ha partecipato, ma anche eventuali complici. E deve farlo entro un preci- so lasso di tempo». A una una condizione: «Si deve trattare di misure introdotte con carattere di stabilità e per tutti, indistintamente, i reati e i colpevoli». E questo trova concorde Biondi: «Il patteggiamento - dice - non sarà previsto solo per i politici. Dunque nessuna disparità di trattamento e nessun rischio di illegittimità costituzionale». Isolata la voce critica di D'Ambrosio: «Il problema della giustizia - dice - non è Tangentopoli, ma quello di abbreviare i tempi dei processi». E per questo «bisogna incrementare i riti alternativi, elevando a 3 anni il tetto del patteggiamento e della condizionale». Ma allora dove sta la differenza con Borrelli? In una critica al «modo» più che al contenuto. Per D'Ambrosio, infatti, «dal punto di vista dei segnali non può essere interpretata positivamente la soluzione politica per Tangentopoli»; così come, aggiunge, «l'annunciata riforma della legge sui pentiti». E poi non gli va giù che se ne parli proprio adesso: «Era una proposta - dice - nata quando avevamo necessità di conoscere in fretta il sistema della corruzione, e già allora non ero d'accordo. Adesso, poi, sappiamo tutto e i processi stanno facendo regolarmente il loro corso. Riparlarne può solo avere riflessi negativi». Il procuratore: chi vuole collaborare dovrà presentarsi e rivelare i nomi dei complici A sinistra, il ministro Guardasigilli Alfredo Biondi. In alto a destra il procuratore capo di Milano Francesco Saverio Borrelli

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