Di condominio si muore di Franco Lucentini

Una ricerca medica: assemblee ad alto rischio d'infarto Una ricerca medica: assemblee ad alto rischio d'infarto Di condominio si muore IL centrosinistra, il quadripartito, il compromesso storico, il pentapartito, il consociativismo... Brutti ceffi, ormai, a cui tutti hanno tolto il saluto. Il cittadino singolo non contava niente, per quegli impuniti: con le buone e con le cattive gli carpivano il voto e poi ne facevano quel che volevano, simulando grandi contrasti per la scena, ma in realtà decidendo con l'occhio fisso ai propri interessi. C'era la beffa periodica delle «consultazioni elettorali». Ma chi mai veniva davvero «consultato»? La delega, la famosa delega, era in bianco. Ma ecco il popolo destarsi dal suo lungo sonno. Ecco le prime voci rabbiose levarsi dalle piazze televisive della Patria. La «gente» non ne può più, vuole partecipare, vuole conta- re. Ecco i sondaggi volanti, i sondaggi scientifici, le telefonate in diretta, i milioni di «io» che infine esigono di esprimersi, di dire la loro, di spiegare la propria personale difficoltà, la propria particolare speranza, richiesta, pretesa. Com'è bella la democrazia diretta! Come allarga il cuore questo ritomo al concreto, al faccia a faccia autentico, senza ipocrite mediazioni! Il cuore, già. Su questo punto viene ora a illuminarci un illustre luminare, il professore Pierluigi Prati, primario di cardiologia all'ospedale S. Camillo di Roma e presidente del «Centro per la lotta contro l'infarto». Con una sua équipe di studiosi egli ha tenuto sotto controllo per cinque anni un campione di 5000 lavoratori di età media nelle città di Roma e Firenze. E i risultati della ricerca mostrano che il maggior numero di infarti è causato non già da lutti, spaventi, rovesci di fortuna, calunnie infamanti, cupi telegrammi, bensì dalle riunioni di condominio. In altre parole: la morte dell'amato coniuge è meno micidiale di una disputa per la tinteggiatura delle scale. La notizia non stupirà nessuno che abbia la ventura di essere un condòmino, esperto di quelle serate eminentemente democratiche dove il confronto è «in prima persona», dove ci si batte faccia a faccia per una grondaia, un ascensore, una perdita d'acqua. Le tabelle che la scienza ora ci fornisce non fanno altro che confermare ciò che era già una dolorosa intuizione: di condominio si muore. Quale il rimedio suggerito dal professor Prati? Ah, ma è evidente: la delega. Tenersi bene alla larga dalla partecipazione diretta, affidare ogni decisione ad altri e sperare che l'idraulico non esageri, il fabbro non faccia troppo la cresta, l'amministratore non sia inetto né ladro. Così, per molti decenni, si sono comportati i cittadini italiani nei confronti dei loro governanti. Chissà se si potrà mai calcolare retrospettivamente quanti di noi abbiano evitato l'infarto grazie al quadripartito, al pentapartito, alle convergenze parallele, al Caf e a tutti quegli impuniti? Cario Frutterò Franco lucentini

Persone citate: Pierluigi Prati

Luoghi citati: Firenze, Roma