EDITA GRUBEROVA E IL LIED di Leonardo Osella

EDITA GRUBEROVA E IL LIED EDITA GRUBEROVA E IL LIED Il grande soprano in concerto il 6 con il pianista Haider ZIMERMAN AL PIANO Per Mozart e Brahms lunedì all'Auditorium IL 6 giugno sarà una grande serata hederistica con Edita Gruberova al Teatro Regio. Le premesse ci sono tutte: «La stella venuta d'oltre Cortina» (ma ormai fortunatamente i tempi non sono più quelli dell'egemonia dell'Unione Sovietica) ha non pochi assi in mano per dimostrare la sua eccelsa classe di cantante mitteleuropea. Il Lied è infatti il suo grande amore; un amore largamente ricompensato dai successi ottenuti in tutto il mondo. Lunedì si presenta per la prima volta al Regio con Friedrich Haider, un pianista che ha innata l'arte di «accompagnare» i cantanti formando con essi un vero e porprio duo, come putroppo in Italia non è dato ascoltare. Voce e pianoforte: così nasce il Lied nella mente e nel cuore dei grandi compositori romantici: Schubert è uno dei «padri» se non «il padre» del Lied. E del grande viennese autore di «Die Schòne Mùllerin» e del ciclo «Winterreise» Edita Gruberova farà ascoltare «Suleika» «Im Fruhling», «Lachen und Weinen», «Die Forelle», «Liebehaber in alien Gestalten», «Seligkeit», «Restlose Liebe», «der Hirt auf dem Felsen». Quindi del compositore ceco Antonin Dvorak canterà «Vier Lieder im Volkston op. 73»; «Dubru Noe», «Zalodievca, zalo travu», «Auch, neni tu» e «Ej, mam jà kona facu». Infine non potevano mancare dal repertorio liederistico della Gruberova alcuni lieder di un altro grande compositore romantico, Johannes Brahms: «Lerchengesang», «Geheimnis», «Meine Liebe ist grùn» e «Das LISI DEL 0174/40336-7 CHIAMATA GRATUITA: 167/808.013 I concerti di fine anno scolastico del Conservatorio sono alla stretta finale, quando si saggiano le capacità degli studenti tramite le prove di gruppo. Ed ecco al cimento le classi di composizione. Venerdì 3 alle 20,30, nel salone di piazza Bodoni, saranno di scena gli allievi di Alessandro Ruo Rui, Riccardo Piacentini, Silvana Di Lotti e Giuseppe Elos, nonché quelli di Carlo Bertola per la musica da camera. Insieme con il «Trio in do minore op. 1 n. 3» di Beethoven verranno presentati «Memoire» di Stellano Fagone Bergamino, «...D'eternité per voce acuta e pianoforte» di Giovanni Cima, «...0 sonno, o de la queta, ELETTRONICA L'ADIPE GIÀ' programmato il 27 marzo nella serie pari e rinviato per cause di forza maggiore, il concerto del pianista Krystian Zimerman per l'Unione Musicale viene recuperato ora, a chiusura della stagione. L'appuntamento è all'Auditorium Rai alle 21 di lunedì 6 giugno e segna il ritorno di un artista che non ama esibirsi di frequente e dosa con saggezza anche le presenze discografiche. Zimerman comincerà con la «Sonata in fa maggiore K 332» di Mozart, la quarta delle cosiddette «Parigine». Nata, come le consorelle, allo scopo di assecondare la pratica musicale privata della borghesia, finisce per limitare l'essenza dilettantesca alla scansione in tre soli tempi anziché in quattro e a un omaggio baroccheggiante a Johann Christian Bach. Nella realtà si tratta di un'opera assai ricca formai- Màdchen spricht». il Edita Gruberova lunedi 6 giugno al Regio per la serata dedicata al Lied pDopo il jrande concerto di Leo Nucci con arie d'opera e dell'Otto-Novecento italiano, si torna al classico con un'artista amatissima in tutta Europa, adorata per le sue eccezionali doti di soprano di coloratura. Armando Caruso CONSERVATORIO GLI ULTIMI SAGGI umida, ombrosa...» di Francesco Pennarola, «Risveglio d'inquietanti maschere» di Enzo Latorre. La chiusura in bellezza delle esibizioni pubbliche si avrà martedì 7, sempre alle 20,30, con il concerto della scuola di esercitazioni e direzione d'orchestra, al quale parteciperà anche una allieva di canto di Elio Battaglia. In programma: la «Sinfonia n. 1 in do maggiore op. 21» di Beethoven diretta da Marco Chiapperò; il «Recitativo e Aria di Leonora» da «Fidelio» ancora di Beethoven, con il soprano Kyung Hwa Cho e la direzione di Marco Santi, che salirà di nuovo sul podio per «Romeo e Giulietta». [1. o.] INFORMAZIONE PUBBLICITARIA mente e polifonicamente, con una serie di difficoltà tecniche nel Finale non abbordabili se non da pianisti di alta levatura. Seguirà un florilegio della produzione brahmsiana. Ecco la «Rapsodia in si minore op. 79 n. 1», che alterna violenza a tenerezza, cui segue il sesto dei «Klavierstùcke op. 118», tra il doloroso e l'eroico. Ed ecco ancora il «Capriccio in si minore op. 76 n. 2», del quale Claude Rostand ha messo in evidenza la fisionomia schubertiana e il taglio di danza, e la «Rapsodia in mi bemolle maggiore op. 119 n. 4» che, come d'altronde quella dell'op. 79, ha piuttosto il carattere di una ballata. Questa scelta operata da Zimerman documenta, ad eccezione forse soltanto del «Capriccio», il legame che Brahms non recise mai del tutto, neppure nella produzione estrema (l'«op. 119 n. 4» è l'ultimo lavoro pianistico del Maestro), con l'atmosfera nordica di cui si nutrì negli anni amburghesi della giovinezza. Il concerto del pianista polacco si chiuderà all'insegna dì Beethoven, e precisamente con la «Sonata in si bemolle maggiore op. 106» che fu definita «Hammerklavier» per essere stata stata concepita con un pianoforte di inusitata potenza per l'epoca. La concezione eroica e titanica dell'opera, spesso posta in evidenza dai musicologi, viene confutata da Carli Ballola attraverso una analisi formale dell'opera e anche da Rattalino, che mette in discussione i rapporti fra tempi metronomici da un lato, e timbrica e dinamica dall'altro. Leonardo Osella

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