E la pubblicità impugna il fucile

E la pubblicità impugna il fucile E la pubblicità impugna il fucile Dalle scarpe ai dopobarba vince ilpatriottismo voi». Altra pagina, primo piano su un cacciabombardiere: «Il tunnel del vento della Boeing è pronto ad aiutarvi per fare arrivare in fretta il giorno della Vittoria. Quando la guerra sarà vinta, contribuirà ad accrescere la sicurezza del trasporlo aereo». L'industria dell'epoca lo sapeva bene: il messaggio pubblicitario bellico, per essere davvero competitivo, doveva gettare una prospettiva a campo lungo, essere giustificazione di ricerca tecnologica anche e soprattutto in vista dei tempi di pace. Così per la Chrysler, i cui motori su Time vengono sbandierati come tecnologicamente all'avanguardia per dare potenza alle sirene degli allarmi aerei, ma anche per garantire affidabilità all'auto delle famiglie americane. Così anche per gli impianti elettrici della «DelcoRemy», sia che si tratti di installarli su aerei da combattimento, sia sulle normali vetture. Frequente è poi l'uso della Da sinistra a destra la pubblicità della «Delco-Remy»; il messaggio industriale che utilizza la campagna anti-Hitler e il paginone realizzato dalla Chrysler che viene poi ampliato a tutta pagina. «Non si è mai troppo piccoli per comprarle». Quale immagine migliore, allora, di una bimba di due anni che con i suoi primi risparmi contribuisce alle spese di guerra? La piccola specifica: «Lo faccio per battere i giapponesi». pubblicità nella pubblicità, ovvero lo stratagemma di inserire negli spazi che reclamizzano pompe idrauliche per sottomarini e turbine per incrociatori dei riquadri per il messaggio-principe rivolto ai cittadini: l'acquisto delle obbligazioni di guerra. Messaggio Altro testimonial, un uomo qualunque. Che confessa: «Non sono un eroe. Ma è arrivato il giorno in cui sono stato chiamato alle armi. Se volete ridurre il tempo in cui dovrò stare lontano da casa, comprate un'obbligazione». Scarsa sicurezza, paura, è lo