Quadri rubati tra le carcasse d'auto

Quadri rubati tra le carcasse d'auto Arrestati due fratelli che gestivano un centro di demolizione a Rivoli Quadri rubati tra le carcasse d'auto Servivano perfinanziare un sequestro di persona? Un collaudato traffico di auto rubate come probabile sostegno economico per un sequestro di persone. Questa la pista seguita dai carabinieri di Rivoli che sabato mattina hanno arrestato i due complici di Antonio Padovano, finito in carcere il 26 aprile scorso per furto e ricettazione d'auto. Nel suo capannone di Rivoli, via Arona 135, erano state ritrovate 19 delle 200 vetture rubate nell'ultimo anno fra Rivoli, Grugliasco e Torino. Questa volta le manette sono scattate, con l'accusa di ricettazione, per i suoi complici, Marino Greguoldo, 47 anni, Rivoli via Di Nanni 3/C e suo fratello Massimo, 31 anni, Villardora, borgata Righetto 8. Gestivano un piccolo centro di autodemolizione a Rivoli, in corso Marnano 200, che pare funzionasse da copertura per il riciclaggio di parti di auto rubate. Le centinaia di lamiere accatastate in corso Allamano non avevano mai insospettito nessuno, ma l'arresto del Padovano e la sua vecchia amicizia con i fratelli Greguoldo hanno allarmato i carabinieri. Le indagini degli uomini del nucleo operativo e della stazione di Rivoli hanno confennato il legame d'affari. La scoperta, tra le vecchie carcasse, di un centinaio di confezioni di psicofarmaci e di tre preziosi quadri rubati, rappresenta¬ no un altro passo avanti per far luce su un probabile piano per un sequestro di persone. Il ricavato della ricettazione serviva forse per finanziare un'attività illecita di questo genere? «E' ancora presto per dirlo - spiega il capitano dei carabinieri Franco Golini - ma stiamo raccogliendo importanti elementi in questa direzione. Nei prossimi giorni tutto potrà essere chiarito». Da sinistra Marino Greguoldo e il fratello Massimo arrestati

Persone citate: Antonio Padovano, Franco Golini, Greguoldo, Righetto

Luoghi citati: Grugliasco, Rivoli, Torino