Gatti & misfatti, non è lecito stare zitti

Gatti & misfatti, non è lecito stare zitti LETTERE AL GIORNALE: IL LUNEDI' DI O.d.B. Gatti & misfatti, non è lecito stare zitti Umani e non umani E' da un poco di tempo che non parlavamo di animali non umani, forse perché troppo oppressi dai misfatti degli animali umani. Ma, evidentemente, non è lecito stare zitti, perché altrimenti si corre il rischio che gli intemperanti credano di aver sbaragliato il campo. Ho ricevuto ben due copie di una stessa lettera di intimidazione. [o.d.b.] Solo dopo Egregio signor Del Buono, sulla prima pagina della Stampa di venerdì 20 maggio è uscito un articolo che definirei aberrante, lo vengo da una famiglia dove gatti e cani hanno sempre prosperato, ma, pur se ben trattati, venivano sempre considerati animali. Cioè per quel che erano! Ora, mi permetta la signora Isabella Lattes Coifmann, prima di implorare e auspicare l'avvento dei «diritti degli animali», sarebbe forse il caso di stabilire una «scala delle priorità». Prima dei gatti randagi, dovrem- mo (tutti noi) occuparci o farlo con maggior determinazione, di: Massacri in Ruanda (i negri non più schiavi sono persone da aiutare); Stragi nella ex-Jugoslavia; Emarginati, poveri, malati, magari nostri vicini di casa; Anziani ridotti a centellinare la lira per poter campare. Solo dopo che avremo risolto questi e altri gravi problemi, potremo anche dedicarci ai gatti randagi. Ma dopo! Perché i «diritti dell'uomo» hanno, devono o forse solo dovrebbero avere !a priorità sui «diritti degli animali». Walter Bettolìi, Domodossola (Vb) Gentile signor Bottoni, l'articolo della signora Isabella Lattes Coifmann era tutt'altro che aberrante. Costituiva lo sfogo di una studiosa del mondo animalo, alla quale siamo debitori di preziose ricerche. D'altronde, anche lei, gentile signor Bettoni, è, come me, un animale. Un animale umano non può vantare troppe superiorità su un animale non umano. Ma il suo ragionamento generale mi pare che non regga. Si fa quel che si può e quanto si può per aiutare. Ma mettere una tragedia come quella di Ruanda (che l'Onu non riesce a capire in che modo affrontare, come problema da risolvere prima di tutti gli altri) significa una cosa sola: procurarsi un alibi per non fare nulla di nulla. Neppure il poco a portata di mano, [o.d.b.] Con raccapriccio Gent.mo sig. Del Buono, leggo oggi, 20 maggio, con raccapriccio e sbalordimento sulla prima pagina della Stampa che la Cassazione ha assolto un individuo, già condannato in prima istanza dal pretore, per aver venduto un gatto randagio a un laboratorio per la sperimentazione. A questa assoluzione, a mio giudizio, osta la legge 14 agosto 1991 n. 281, legge-quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo il cui art. 2 comma 7 dice: «E' vietato a chiunque maltrattare i gatti che vivono in libertà», e il comma 9 dello stesso articolo così recita: «I gatti in libertà possono essere sop¬ pressi soltanto se gravemente malati o incurabili» e ancora l'art. 5, che riguarda le sanzioni, al comma 4 dice testualmente: «Chiunque fa commercio di cani o gatti al fine di sperimentazione, in violazione alle vigenti leggi, è punito" con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da lire 5.000.000 a lire 10.000.000». Alla luce di quanto sopra, la sentenza della Cassazione, sotto il profilo etico-morale, è assolutamente stupefacente. Considerando che si assolve in modo così palese chi commercia in gatti al fine di sperimentazioni, mi viene da pensare che, a chi si limiterà a tirare qualche calcione ai poveri felini, magari verrà dato un attestato di benemerenza civile per il contributo fornito all'interpretazione unilaterale della Legge 281 del 1991. Questa sentenza condanna a una morte tra atroci sofferenze migliaia di animali, perché senza alcun dubbio incoraggerà la caccia spietata ai gatti randagi: è forse questo lo spirito con cui è stata promulgata la legge a loro tutela? Antonio Miglionico, Ivrea Gentile signor Miglionico, ho letto un'intervista con il respon¬ sabile della sentenza in questione. Non ci ho capito molto, ma mi è parso che insistesse su un nostro fraintendimento e su un nostro eccessivo timore circa le conseguenze dell'assoluzione. Se lei ha letto l'intervista e ci ha capito più di me, apprezzandone anche un minimo di positività, la prego di avvisarmi. Sono così rare le buone notizie. [o.d.b.] Livello da terzo mondo Gentile signor Del Buono, come si può emettere una simile sentenza in palese contrasto con le vigenti leggi, non solo italiane, ma anche della Cee! E così da ora, gente senza scrupoli per guadagnarsi un po' di soldi facili senza rìschi, non troverà di meglio da fare che «rapire» qualsiasi gatto trovi in giro... Gatto che, ovviamente, potrà avere benissimo un proprietario. Il quale non potrà far nulla per il suo amico in quanto avrebbe dovuto tenerselo in casa! Già, ma i «cervelloni» di questa assurda sentenza non sanno che i gatti girano, a meno che non siano confinati ai piani alti dei condomini? Dobbiamo farli diventare tutti ergastolani? lo ne ho due, abito un villino al piano terra, ho un piccolo giardino confinante con quelli delle altre villette e, ovviamente, i miei gatti girano, dato che hanno la fortuna di poterlo fare! Fortuna che da oggi, per me, si trasforma in angoscia al pensiero che potrebbero non tornare perché caduti nelle grinfie di simile gentaglia... E che dire delle persone protagoniste di questa squallida vicenda? Che fondamento scientifico possono avere simili esperimenti condotti anche su gatti che, in quanto randagi, possono essere non completamente sani, falsando così i risultati di queste torture? Tralascio i miei commenti personali su costoro che neppure nomino per evitare qualsiasi tipo di «pubblicità», ma, come può immaginare, benevoli non sono... Concludendo, l'Italia è proprio a livello di terzo mondo per la tutela degli animali di casa nostra: e poi pretendiamo di salvare le balene, quando non sappiamo proteggere i nostri animali domestici!... Spero davvero che chi di dovere faccia qualcosa presto e che la notizia venga data con lo stesso risalto sui giornali con cui è stata data quella brutta. Da parte mia ho inviato un telegramma al ministro Biondi! Linda Mirandola Gentile signora Mirandola, le auguro di ottenere quello che desidera. E tengo conto della sua richiesta: «In caso di pubblicazione, la prego solo di non mettere la città, onde evitare che qualcuno, spinto dal mio scritto, se la prenda con i miei gatti, non si sa mai». Come no? Non si sa mai- [o.d.b.]

Persone citate: Antonio Miglionico, Bettoni, Bottoni, Del Buono, Isabella Lattes Coifmann, Walter Bettolìi

Luoghi citati: Domodossola, Italia, Miglionico, Ruanda