L'Ocse ha 57 ricette

L'Ocse ha 57 ricette L'Ocse ha 57 ricette E consiglia maggiorflessibilità Da domani il vertice di Parigi PARIGI. La ricetta dell'Ocse contro la disoccupazione è fatta di 57 proposte, che tra domani e giovedì saranno sottoposte all'esame dei 25 Paesi membri dell'Ocese, l'organizzazione perla cooperazione e lo sviluppo economico, in occasione della riunione annuale. A fronte dei 35 milioni di disoccupati, 22 dei quali nella sola Europa, il problema della disoccupazione occuperà il posto centrale nelle discussioni che si terranno a Parigi nella sede dell'organizzazione. L'Italia sarà rappresentata dai ministri del Bilancio, Giancarlo Pagliarini, de- gli Esteri, Antonio Martino e del Commercio estero, Giorgio Bernini. Le raccomandazioni fatte dall'Ocse dovrebbero costituire il primo passo verso la formulazione di programmi su misura per ogni singolo Paese. L'obiettivo è quello di preparare i piani entro l'autunno, in modo da poter approffittare della prevista accelerazione della ripresa economica, che dovrebbe servire per rendere più digeribili alcune delle misure. Il vertice fornirà con ogni probabilità anche l'occasione al segretario generale dell'Ocse, Jean-Claude Paye, per ufficializzare il miglioramento delle previsioni di crescita rispetto alle indicazioni date nello scorso dicembre. In un'intervista a «La Tribune», Paye ha indicato che in media nel 1994 e 1995 è prevista una crescita aggiuntiva tra lo 0,2% e lo 0,5%. Lo studio sulla disoccupazione che sarà reso noto dall'Ocse domani dopo due anni di preparazione, stando alle anticipazioni riportate dal «Financial Times», dovrebbe raccomandare una maggiore flessibilità dell'orario di lavoro, dei salari e dei costi del lavoro, l'incoraggiamento delle iniziative imprenditoriali, l'attuazione di politiche delle occupazione attive (che colleghino cioè i sussidi di disoccupazione a programmi di addestramento), il miglioramento dei livelli di educazione e training e il controllo di una corretta interazione tra mercato del lavoro e sistema di protezione sociale, per fare sì che l'aiuto arrivi laddove è veramente necessario e che i sussidi non costituiscano un incentivo a non cercare un occupazione. Il punto destinato a sollevare più discussioni sembra essere quello sulla flessibilità dei salari e dei costi del lavoro. La contrapposizione finora è stata tra il modello statunitense e quello europeo. Grazie a una maggiore flessibilità, gli Usa sono riusciti a creare più posti di lavoro rispetto al vecchio continente, ma spesso con salari bassi, a volte al di sotto della soglia della povertà. L'Ocse comunque non sposa il modello americano, ritenendo che le conquiste sociali europee siano irrinunciabili, ma raccomanda piuttosto di ridurre i costi del lavoro non-salariali.

Persone citate: Antonio Martino, Claude Paye, Giancarlo Pagliarini, Giorgio Bernini, Paye

Luoghi citati: Europa, Italia, Parigi, Usa