Faccia a faccia Martino-Peres

Faccia a faccia Marrino-Peres Faccia a faccia Marrino-Peres La Farnesina: subito un passo ufficiale DIPLOMAZIA AL LAVORO ©ROMA IORNATA di nervosismo alla Farnesina. Il flash di agenzia è arrivato da Gerusalmemme alle 17,30 di ieri. «Il governo israeliano, preoccupato per la presenza di ministri di Alleanza Nazionale nel nuovo governo italiano, sta considerando l'opportunità di rivedere i rapporti con Roma». Il ministro degli Esteri Antonio Martino era fuori Roma, ma è stato immediatamente informato. Quelle parole del vice-ministro degli Esteri israeliano, Yossi Beilin, erano chiare, anzi chiarissime: «La nomina dei ministri di An è, dal nostro punto di vista molto problematica». E subito dopo, quasi a troncare ogni illusione, Beilin aveva rincarato la dose: «Israele non può accettare quelle nomine senza un cambiamento della sua politica». Un nuovo dispiacere per il governo? Un altro imbarazzante caso diplomatico per il ministero degli Esteri? Interpellato telefonicamente poco prima delle 19, Martino non ha voluto rilasciare /dichiarazioni. «Abbiamo avviato una iniziativa con Israele, stiamo lavorando: non posso dire altro». La Farnesina, dunque, si è mossa. E quasi a dare conferma alle parole di Martino è intervenuta mezz'ora dopo l'ambasciata d'Israele a Roma con un comunicato. Sei righe di testo. Una breve nota che suona come una presa di distanza dalle parole di Beilin. «Non c'è nessun cambiamento nei rapporti tra Israele e Italia - ha detto l'ambasciata -. I due ministri degli Esteri, Shimon Peres e Antonio Martino si incontreranno all'inizio della settimana prossima a Lussemburgo durante la riunione del consiglio di cooperazione Ue-Israele e discuteranno tutti gli aspetti che sono all'ordine del giorno». Nessuna «rottura» fra Tel Aviv e Roma, dunque, ma un colloquio chiarificatore entro breve fra Peres e Martino. Alla Farnesina sono ottimisti. «Il vice-ministro Beilin è notoriamente un falco - si dice negli ambienti vicini al ministero degli Esteri - e quella dichiarazione riflette il suo pensiero personale. Il ministro Peres la pensa di certo in altro modo». La Farnesina punta dunque sul ministro degli Esteri israeliano. E proprio lui il ministro degli Esteri italiano dovrà rassicurare. Gli spiegherà che il governo-Berlusconi è «amico di Israele, molto più amico dei governi precedenti», che l'anti-se- mitismo è fuorilegge nel nostro Paese e che il governo vigila perchè ogni manifestazione di intolleranza venga perseguita. Quindi Martino insisterà sui legami di solidarietà e di collabo¬ razione che uniscono Roma e Tel Aviv. Un compito impegnativo quello che deve affrontare il nostro ministro. Perché i motivi di preoccupazione non mancano. Se è vero che Israele non ha alcun problema con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, è anche vero che la presenza del partito di Gianfranco Fini al governo ha indotto il premier laburista Yitzhak Rabin ad astenersi dall'inviare un messaggio di congratulazioni al collega italiano. «Noi e la Norvegia - ha rivelato il vice-ministro Beilin siamo i paesi che non si sono congratulati con il presidente del Consiglio Berlusconi». Non solo. Ma Beilin ha anche aggiunto che in Israele è stata accolta sfavorevolmente l'elezione di Irene Pivetti a presidente della Camera «per certi suoi commenti anti-semiti che poi lei stessa ha smentito». Nella giornata dei dispiaceri, ieri la Farnesina ha dovuto incassare anche un ennesimo colpo: il «Rapporto sull'antisemitismo» reso noto a Tel Aviv da una équipe di ricercatori dell'università ebraica. «Anche in Italia negli anni 1992-93 si è rilevato un aumento degli episodi antiebraici - ha detto la coordinatrice della ricerca, professoressa Dina Porat -, ma le autorità hanno subito reagito promulgando una legge ben dettagliata contro il razzismo e l'antisemitismo». Resta da vedere, ha concluso la Porat, «se il nuovo governo saprà e vorrà farne uso». [r. e.] L'ambasciata ebraica: «Nessun cambiamento nei nostri rapporti» Il ministro degli Esteri Antonio Martino