Rapita e torturata per vendetta

Genova, figlia di un primario sequestrata e rinchiusa in una cella dall'ex fidanzato Genova, figlia di un primario sequestrata e rinchiusa in una cella dall'ex fidanzato Rapita e torturata, per vendetta Quattordici ore d'incubo: poi la libertà gresso sull'autostrada al casello di Nervi, ancora una manciata di chilometri poi, all'uscita della galleria Castelletti, a poche centinaia di metri dal casello di Recco, l'auto viene fermata sul ciglio della strada. Ada viene issata sul terrapieno, trascinata attraverso un foro praticato nella rete di protezione, sospinta fra i rovi e i massi fino alla vecchia cabina, costretta a strisciare per infilarsi in uno squarcio nel muro, legata alla catena. Nella vecchia cabina i due complici avevano ammassato nei giorni scorsi 50 bottiglie d'acqua, cartoni di latte e succhi di frutta, pacchi di biscotti, stecche di cioccolata, assorbenti igienici, due coperte di lana. Nella notte il telefono suona in casa Vallebona. Risponde il fratello Alessandro, una voce sconosciuta scandisce poche parole: «Ada è con noi. Se la volete rivedere dovete pagare tre miliardi entro il 10 giugno». Il padre non perde tempo e informa la questura. Accorrono gli agenti della squadra mobile, l'auto di Ada viene ritrovata quasi subito in via Liri. Gli investigatori non perdono tempo e interrogano amici della giovane. Fra questi c'è anche Fabio t iiiiipflllt ll Ada Vallebona, la ragazza di Genova sequestrata e torturata Corradino. Dice di aver trascorso la sera, dalle 21 alle 24, in casa della sorella Simonetta, in via Drago a Nervi, e poi di essere andato con l'amico Nicolò Fortini in una discoteca. Un alibi confermato dalla sorella e dall'amico. Ma qualcosa non convince gli investigatori. Ieri alle 7 la sorella di Fabio viene di nuovo interrogata. Si contraddice, appare inquieta, alla fine sbotta: «Io non so niente, non so che cosa ha fatto mio fratello. Mi ha telefonato ieri notte, verso l'una e mi ha detto che se me lo avessero chiesto dovevo dichiarare che lui era stato tutta la sera a casa mia». Gli agenti si precipitano nell'abitazione di Fabio e lo portano in questura. Il giovane nega disperatamente, ma alla fine confessa. Viene arrestato anche l'amico Nicolò Fortini. Individuata la prigione, le volanti si precipitano sull'autostrada: l'incubo è finito. Pesta, malconcia, ancora con la catena legata alla caviglia perché gli agenti non avevano i ferri per romperla, Ada arriva in questura, poi viene ricoverata all'ospedale San Martino in stato di choc. Ancora terrorizzata, ma libera. Francesco Pomari LO scenario della tragedia sta tra il quartiere elegante di Genova Albaro e la vicina Quinto: lungo la costa, per tutta la giornata, si sono rivissuti gli angosciosi momenti del terrorismo, con le auto a sirena spiegata, i posti di blocco, la gente attonita e spaventata. Ada Vallebona abita in viale Garbieri, una strada tranquilla, molti alberi, una scalinata, accanto alle «croese», specie di vicoletti fra l'erba, cantate da Fabrizio De André. Mario Corradino, l'ex fidanzato la cui ferocia stupisce, risiede a Quinto. Pochi chilometri, dove il benessere è di casa, villette vicino al mare, una privacy difesa da muretti e cancelli. Il quartiere di Albaro è la residenza di molti vip della città, ma ha anche striscianti fenomeni «neri»: si dice che il neofascismo abbia in questa zona radici abbastanza profonde. «Ragazzacci», dice la gente, ma non sono poche le sassaiole ai vetri di ville, si trovano siringhe negli ultimi prati, proprio ad Albaro, che la città si conce- In alto Mario Corradino, l'ex fidanzato e sopra Nicolò Fortini. Sono stati arrestati

Persone citate: Ada Vallebona, Castelletti, Corradino, Fabrizio De André, Mario Corradino, Nicolò Fortini

Luoghi citati: Albaro, Genova