Com'è Kitsch questa sinistra
il caso. In Germania un libello mette alla berlina gli intellettuali impegnati il caso. In Germania un libello mette alla berlina gli intellettuali impegnati Com'è Kitsch, questa sinistra Tutte le «scemenze» di Christa Wolf e compagni PBOITN OVERA sinistra: in Germania i suoi intellettuali sembrano essersi inariditi, in Italia si consuma in una cocente sconfitta politica. E adesso, come se non bastasse, anche l'ultimo bastione crolla: il monopolio del buon gusto. Nel manto candido della cultura pacifista, tra le righe degli scrittori radical-chic o nei proclami degli eroi proletari, si annida da tempo una serpe: il Kitsch. In Germania un libro ha aperto la polemica, Il belato degli agnelli La sinistra e il Kitsch (ed. Tiamat, Berlino). Una «brillante enciclopedia della scemenza», scrive compiaciuto il critico del quotidiano conservatore Frankfurter Allgemeine. L'autore del libro è un esperto dissacratore, Gerhard Henschel, redattore della rivista satirica litanie (di sinistra naturalmente). Kitsch la sinistra? Alcuni giornali progressisti hanno reagito con dispetto. Altri, come lo Spiegel, colgono" lo spunto per un'amara autocritica: «Ora che la scottatura fa meno male, possiamo finalmente ridere del Kitsch di sinistra». E ridiamo allora, perché l'intelligeneija tedesca tutta ci è cascata in pieno. Per amore cieco di una buona causa si è lasciata andare in sentimentalismo di dubbio gusto. A cominciare da Gùnter Grass, sommo autore del Tamburo di latta, che dopo un viaggio in Nicaragua smania di dare del tu al Papa. «Papa, polacco, gran viaggiatore, evidentemente sofferente per questo mondo e per le sue situazioni ingiuste, Wojtyla! Si può darti del tu?». E' poco Kitsch? Ma sentite Christa Wolf, che termina il suo ultimo libro, La viaper Tabou, con una tirata sdolcinata di patriottismo e fratellanza che farebbe invidia al più tradizionale Kitsch cattolicoborghese: «Mentre pensavamo di cosa noi tedeschi possiamo essere fieri, mio nipote di 14 anni ha risposto: il pane che facciamo in Germania... Ecco cosa mi piacerebbe e già avviene: che i tedeschi provenienti da tutte le direzioni dell'orizzonte, che lavorano insieme, che sviluppano progetti insieme, si sedessero attorno al tavolo, Sono d'accordo con quanto scritto dalla signora Di Cascio nella lettera del 28 maggio intitolata «Dio è con noi, SS e calciatori»; la signora, tifosa milanista, criticava l'allenatore del Barcellona Johann Cruyff per aver affermato, prima della finale di Coppa dei Campioni, che «Dio era con lui». Però mi chiedo se la signora abbia espres- Come per la Manica: il progetto c'è già Constatando negli ultimi tempi un rinnovato interesse per il ponte sullo Stretto di Messina, riteniamo utile segnalare l'opera di un nostro defunto parente, il prof, ing. Luigi Croce, docente all'Università di Genova, uno dei primi e più famosi esperti italiani del cemento armato. Nel 1976 egli aveva proposto e pubblicato insieme all'ing. Mario Garbellini, un'originale soluzione per l'attraversamento dello Stretto. Essa consisteva in un «tunnel ferrostradale sommerso» cioè in una lunga struttura di cemento armato (contenente un fascio di gallerie) sistemata sotto la superficie marina a 40 metri di profondità in «acque calme», in quasi perfetto equilibrio tra la spinta del proprio peso verso il basso e dell'acqua verso l'alto, con sforzi quindi infinitamente minori di quelli del ponte, con pericoli di movimenti geologici altrettanto inferiori rispetto alla galleria. Questa idea, integrata da intelligenti particolarità tecniche, come la prefabbricabilità quasi integrale a riva e il varo della struttura pressoché terminata, faceva sì che il costo stimato dai due progettisti fosse di molto inferiore (addirittura di 3/4 o 4/5) a quello del ponte o della galleria sottomarina e i tempi di esecuzione molto ridotti. Non varrebbe la pena di ripensarci? arch. Maria Rosa Croce prof. arch. Guglielmo Polastri Genova Quando gli stadi invocano il cielo parlassero e discutessero insieme, mangiando la minestra spezzettandoci il pane». E il poeta Peter Hartling? Declama «Se ognuno piantasse un fiore / ogni uomo al mondo / e invece di sparare ballasse / e pagasse con un sorriso invece che con denaro». La sostituzione del denaro con il sorriso come mezzo di pagamento si è «ampiamente diffusa nella sinistra tedesca - scrive Henschel -, mentre né l'action painting, né le defecazioni pubbliche, né tenersi per mano, né i sonetti o le critiche sono mai riuscite a trasformare i missili terra-terra in vomeri per l'agricoltura alternativa». La sinistra non agisce e «si consola con il suo Kitsch». A partire da Che Guevara (che Sartre definisce «non solo un intellettuale, ma l'uomo più perfetto del nostro tempo»): nella sua ammirazione per i boliviani arriva a dire che «il popolo della Bolivia è pronto a sacrificarsi in una guerra atomica, in modo che le sue ceneri costituiscano il cemento della nuova società». Gli esempi sono vari e molteplici. Il sessantottino Daniel CohnBendit si lamenta che «la società capitalista mi ha impedito di trovare un'identità». E Petra Kelly definisce l'essere verdi «essere teneri e sovversivi allo stesso tempo». Mentre il cantautore più noto della Germania, Wolf Biermann, compone un'ode a Gorbaciov, «Oj, Oj Gorbi / l'età non rende fiacchi / se hai bisogno di forze / te ne dò un po' io». Il caso è chiaro, scrive la Frankfurter Allgemeine: {(Delia sinistra tedesca è rimasto ben poco» e comunque «già da molto tempo ha perso la sua serietà». Gli idealisti che speravano in una vita migliore in realtà facevano in modo di «essere al centro dell'attenzione». Gerhard Henschel invece non ha perso le speranze e vede la messa a nudo del Kitsch sinistrorso come un elemento di possibile innovazione: «Proprio ora che la sinistra appare a terra distrutta, l'esame impietoso delle sue debolezze può tornare utile». Francesca Preda zzi AL GIORN Grandi «contributi» da Petra Kelly, Grass e Biermann E in passato ci sono cascati pure Sartre e Che Guevara
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