Cinquanta cani pronti al massacro

Torino, blitz in un capannone: i pitbull venivano utilizzati dalla mafia per le scommesse clandestine Torino, blitz in un capannone: i pitbull venivano utilizzati dalla mafia per le scommesse clandestine Cinquanta cani pronti al massacro Allevati clandestinamente per la lotta TORINO. Cinquanta cani da combattimento sono stati sequestrati in una fabbrica abbandonata a Mathi Canavese, alle porte di Torino. Molti erano adulti, pronti ad essere impiegati nelle lotte, ma c'erano anche numerose cucciolate ed un gran numero di soggetti in pieno addestramento. L'indagine, condotta da mesi dal sostituto procuratore Enrico Arnaldi Di Balme, è stata sviluppata anche attraverso la cooperazione delle guardie zoofile dell'Enpa che, da tempo, avevano avuto sentore di frequenti combattimenti in provincia di Torino. A San Gillio, accanto ad uno dei «ring» canini, era stata rinvenuta anche una carcassa di pitbull, completamente carbonizzata: il suo padrone, dopo che l'animale era deceduto durante un combattimento, aveva preferito irrorarlo di benzina e poi dargli fuoco. Un sistema buono anche per rendere più difficile l'individuazione di lesioni e morsi sul mantello. Nel corso di controlli in canili clandestini erano stati trovati anche pitbull con ferite agli arti, spiegabili soltanto con lotte con altri animali. Nei mesi scorsi erano stati effettuati appostamenti presso alcune località (Venaria, San Gillio, Cumiana) dove erano stati programmati combattimenti, ma alla vista delle forze dell'ordine i proprietari degli animali avevano finto di trovarsi a fare una passeggiata. Se non era stato quindi possibile denunciare queste persone, si era però riusciti ad identi¬ ficarle: parecchie erano così risultate pregiudicate, anche per reati molto pesanti (armi, sequestro di persona, associazione a delinquere). Ed alcune erano risultate legate ad organizzazioni camorristiche, oppure vicine alla 'ndrangheta. Perché? «Il fenomeno del combattimento fra cani in Piemonte spiega Silvano Traisci, presidente regionale Enpa - è relativamente giovane. Qui si sono affacciati numerosi proprietari di cani meridionali, a caccia di proprietari del posto da spennare attraverso le scommesse, che sono di alcuni milioni a colpo. Noi sappiamo che i centri più attivi, al Sud, sono a Castellamare di Stabia ed a Ragusa. Di qui partono le spedizioni alla volta del Nord. Contrastarli è Un pit bull, animale la cui aggressività è stata aumentata dall'uomo per poterla usare nei combattimenti fra gli animali, promossi dagli allibratori clandestini difficile perché il luogo dei combattimenti viene deciso all'ultimo momento». La scoperta della fabbrica-allevamento di Mathi Canavese non è stata casuale. Controllando gli appassionati sono stati trovati riferimenti a questo centro: «Non ci aspettavamo di trovare tanti animali. Evidentemente il mercato tira più del previsto». Svariate le razze dei cani, con il comun denominatore della propensione allo scontro fisico: 17 bulldog americani, 11 pitbull, 6 corsi, 4 fila brasiliani, 6 mastini spagnoli, 1 mastino di Cipro, 3 mastini napoletani, 2 perro da prensa delle Canarie, 1 ca' da Bestiar, 1 cadebò. Alcuni soggetti, di età approssimativa intorno all'anno, risultavano legati a catene di consisten- te lunghezza, tale comunque da non consentire (anche se per soli pochi centimetri) il contatto con i cani vicini. «Un sistema - ha spiegato Traisci - per incattivirli, per renderli più propensi al combattimento». Sotto il profilo delle indagini, carabinieri, magistratura e guardie zoofile, si muovono con una certa difficoltà. Il proprietario dei cani sequestrati ed il conduttore dell'allevamento hanno negato di essere interessati a combattimenti. Sul loro conto, comunque, è stato trasmesso un rapporto alla magistratura. La procura dovrà anche decidere se chiedere la confisca degli animali, il cui valore sarebbe vicino ai 200 milioni.

Persone citate: Enrico Arnaldi, Silvano Traisci, Traisci